Nonostante una sequela di dichiarazioni e smentite spalmate sull’intera campagna elettorale, alla fine non ci sarà il confronto televisivo tra Silvio Berlusconi e Walter Veltroni.
Circa un anno fa molti italiani hanno seguito con curiosità il dibattito tra Nicolas Sarkozy e Marie-Ségolène Royal per la presidenza di Francia. In tempi più recenti si è potuto seguire il confronto tra José Luis Rodríguez Zapatero e il candidato del Partito popolare Mariano Rajoy Brey. La lista potrebbe andare avanti ancora a lungo, in quasi tutti i paesi europei ci sono confronti televisivi tra i candidati alle elezioni.
Un dibattito televisivo tra i candidati alle elezioni può essere importante per fare arrivare qualcosa a quella parte di elettori meno interessati all’informazione, specialmente politica. In due ore di confronto ci si può fare un’idea, magari parziale, ma sufficiente per creare maggiore consapevolezza tra chi dopo pochi giorni andrà a votare.
In Italia è ormai tradizione che il candidato che sa di trovarsi in vantaggio, almeno secondo i sondaggi, fa di tutto per evitare il confronto televisivo. Nel 2001 Berlusconi sapeva di essere in testa e non ci fu verso di fare il confronto con Francesco Rutelli, che non mancava mai di invitare il suo avversario a un faccia a faccia. Nel 2006, invece, Berlusconi – dato per svantaggiato – fece di tutto pur di avere la possibilità di confrontarsi davanti alle telecamere con Romano Prodi, che cercò di smarcarsi (era in vantaggio), e con Berlusconi che la prese mediamente male:
«Esigerò dalla Rai il tempo che mi spetta come stabilito dalla Vigilanza per illustrare quanto ha fatto il mio governo. Non credo si possa metter il bavaglio al leader di una coalizione se l’ altro leader decide di non partecipare a un dibattito. Posso anche rispettare la decisione di Prodi, ma credo di non dover fare un passo indietro circa il diritto della mia coalizione di rivolgersi ai cittadini che possono essere elettori consapevolmente informati sui nostri bilanci»
E in un’altra occasione:
«Andrò in tv da solo, nel caso con una poltrona vuota a fianco perché c’ è la par condicio, una legge illiberale ma da rispettare»
Alla fine Prodi e Berlusconi trovarono un accordo e il confronto si fece. Ora, a ruoli rovesciati Berlusconi si è defilato da un possibile dibattito con Walter Veltroni.
finazio
Quello là non fa politica ma gioca a risiko. Il rischio che vinca è enorme. Nel mio piccolo ho cercato di elencare qualche motivo per cui sia meglio non votarlo, ma non si può mica pretendere tanto da elettori grulli…