Ieri, l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPPC), cioè l’organizzazione intergovernativa che si occupa dello studio del cambiamento climatico per conto delle Nazioni Unite, ha diffuso un nuovo rapporto piuttosto allarmante sui potenziali effetti irreversibili sul clima dovuti alle continue emissioni di gas serra, dovute in larga parte alle attività umane. Il rapporto dice che per evitare ulteriori peggioramenti, entro la fine del secolo sarà necessario abbandonare quasi del tutto l’utilizzo dei combustibili fossili.
Il problema del riscaldamento globale è noto da anni, migliaia di ricerche scientifiche ne hanno dimostrato l’esistenza e le cause, eppure fino a ora è stato più facile voltare lo sguardo da un’altra parte o perdersi in un infinito dibattito – spesso assurdo, per non dire di peggio – sulla fondatezza della corposa quantità di studi prodotti. Più del 97 per cento delle ricerche che hanno espresso una posizione sul tema nei loro abstract, per esempio, è arrivato alla conclusione che la principale causa del riscaldamento globale siamo noi bipedi, ma ancora oggi c’è una parte minoritaria che sostiene che, no, noi non c’entriamo niente e che il danno causato dall’uomo al clima è stato sopravvalutato. I detrattori sono pochissimi, ma ricevono di continuo spazio nei media per illustrare le loro tesi strampalate: in molti casi non sono nemmeno climatologi o ricercatori.
La prossima volta che qualcuno vi racconta di averne visto uno in televisione e di essersi fatto venire qualche dubbio, mostrategli questo.