Mauro Paissan, l’ex garante per la privacy, ha scritto alcune cose in un suo breve commento sull’Huffington Post che ho trovato sorprendenti. Paissan si è occupato delle fotografie circolate online negli ultimi giorni del figlio di Gianni Alemanno, fotografato mentre faceva il saluto romano durante una vacanza con amici. La cosa ha fatto molto discutere perché quelle foto, che erano su Facebook, sono state pubblicate dall’Huffington Post, che le ha messe anche in apertura per alcune ore la settimana scorsa. In molti hanno fatto notare che con la pubblicazione di quelle fotografie – che mostrano un gesto stupido e idiota, ma ora non stiamo parlando di questo – è stata probabilmente violata la privacy del ragazzo, che tra l’altro è minorenne. Da qui l’intervento di Paissan.
Sulla base dei suoi “11 anni come componente del Garante della privacy”, Paissan sostiene che nel caso del figlio di Alemanno non si può parlare di un minorenne a tutti gli effetti perché è un “attempato diciassettenne”. Seguendo questo ragionamento, il ragazzo è un quasi maggiorenne e quindi non si applicano al suo caso le regole deontologiche della professione giornalistica che riguardano i minori (non storcete il naso, esistono sul serio e, a forza di insistere, sono anche abbastanza seguite). Siamo, insomma, davanti a un minore che è meno minore degli altri, e non vi nascondo che questa cosa qualche perplessità me la lascia.
Per dare ulteriori basi alla sua spiegazione, Paissan aggiunge che “nessun provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali, che in questi anni rispetto ai media è stato molto severo nella tutela dell’identità dei minori, ha considerato tali i diciassettenni o giù di lì, anche a prescindere dal loro ruolo pubblico”. E qui Paissan mi pare esageri.
Non ci saranno stati provvedimenti diretti, ma in più occasioni i minorenni “attempati” sono stati trattati come minorenni, anche dal garante. In seguito all’attentato nella scuola di Brindisi del maggio scorso, il Garante diffuse un comunicato per richiamare i mezzi di comunicazione che avevano pubblicato foto degli studenti coinvolti, trovate specialmente sui social network. I ragazzi erano di età intorno ai 16 anni. Andando più indietro nel tempo, c’è il caso dei due adolescenti del delitto di Novi Ligure del 2001. Pochi mesi dopo il delitto, lei avrebbe compiuto 17 anni e lui 18. Erano “attempati”, ma salvo alcuni casi che portarono a molte polemiche. la maggior parte dei mezzi di comunicazione pubblicò foto con il viso reso non riconoscibile degli autori del delitto. Certo, sono due esempi riferiti a eventi ben più tragici e dolorosi di un tizio che immagina di farsi figo con una foto dove fa il saluto romano, ma mostrano comunque che la regola degli “attempati” minorenni di Paissan non si regge molto in piedi.
Paissan scrive anche che il ragazzo era comunque già conosciuto perché aveva svolto attività politica tra gli studenti e che si tratta quindi di “un personaggio pubblico e politico”. Sul fatto che fosse in certa misura una persona riconoscibile, l’ex garante ha probabilmente ragione. Solo che poi conclude scrivendo questo: “nel caso di Alemanno, siamo di fronte a immagini diffuse dal diretto interessato e dunque, secondo legge, liberamente trattabili”. Quelle foto erano su Facebook su un profilo di un minorenne (ora non più reperibile) in cui molto contenuti erano visibili solo chiedendo l’amicizia al suo proprietario. Le foto della vacanza col saluto scellerato erano private, e quindi visibili solo agli amici del figlio di Alemanno (circa 2500), o pubblicamente accessibili a tutti? E se un giornalista, o un suo conoscente, ottiene foto di un minore su Facebook è poi libero di pubblicarle senza problemi sul suo giornale? Io questo nonostante gli sforzi di Paissan non l’ho ancora capito.
Studente di Itagliano
Senza andare così tanto indietro nel tempo, ricordate il caso Ruby.
La foto era pixellata per un po’ di settimane, e il giorno in cui ha compiuto 18 anni è stata gioiosamente svelata in tutto il suo splendore di rossetto rosso fiammante.
Bah.
comparealfio
Trovo inquietante che sia stato garante della privacy uno che, riferendosi a un profilo facebook, dice: “siamo di fronte a immagini diffuse dal diretto interessato e dunque, secondo legge, liberamente trattabili” .
ateldeg
Sono riflessioni da bar, le faccio anch’io in quel contesto lì…”minorenne minorenne…in fondo ha 17 anni” ed anche “ma quale privacy, le ha pubblicate su facebook!”
Il fatto che provengano da quello che dovevamo presumere come il massimo esperto della materia lascia sbigottiti.
flickr_abusers
Mah! Ricordo che Repubblica.it violò molto sfacciatamente il diritto di autore di alcuni fotografi su flickr, pubblicando delle loro fotografie senza l’assenso degli autori, senza nemmeno citarli ove le opere fossero sotto Creative Commons License.
Quando i fatti vennero alla luce, attraverso le proteste vibranti di detti autori, su Repubblica.it apparve un bel articoletto autoassolutorio del genere “quello che finisce su internet é pubblico, anche se coperto da copyright”.
Se questa é moralità.
irenespagnuolo
hai vinto il premio Dardos!
Barbara P
no appunto, se erano foto private visibili solo agli amici è stata violata la privacy, se il profilo era pubblico non è stata violata. com’era questo profilo, qualcuno lo sa?
Massimo
ecco cosa significa mettere un politico in posti di garanzia, quando ci sono questioni generali parla sempre il garante, quando sono coinvolte persone della parte politica opposta prevale l’anima politica.
Deleterio
Allora Ruby non era proprio minorenne ma minorenne attempata.
reta
si discute tanto del figlio, forse a ragione, ma lo scandalo vero è il padre. sindaco della nostra capitale, che girava con la croce celtica al collo. poi se l’è tolta dal collo, ma certo non dal cuore.
in nessun paese occidentale questo è mai successo, grazie al cielo. si dovrebbero vergognare quelli che l’hanno votato e anche chi si è astenuto. e certo i minorenni vanno difesi, ma quelli che fermati ad un controllo dopo un rave party erano minorenni: hanno colpito i carabinieri a tradimento coi bastoni: uno è morto subito, l’altro dopo 2 anni di coma