Nel suo libro biografico su Steve Jobs, Walter Isaacson racconta che l’allora amministratore delegato di Apple andò su tutte le furie quando vide le prime versioni di Android, il sistema operativo ideato da Google adottato da diversi produttori di smartphone come Samsung. Disse che Google aveva compiuto un’invasione di campo in una realtà che prima non esisteva, e che Apple aveva messo in piedi ideando l’iPhone. Jobs riteneva che in molte cose Android fosse un plagio smaccato di iOS, il sistema operativo degli iPhone, e si ripromise di non dare tregua alle società che lo avrebbero utilizzato producendo telefoni con funzionalità simili a quelle brevettate da Apple per il proprio smartphone. E così è stato.
A praticamente un anno dal giorno in cui Jobs diede le dimissioni da CEO della società e a oltre dieci mesi dalla sua morte, ieri Apple ha ottenuto in tribunale una importante sentenza contro Samsung, accusata di aver violato sei su sette brevetti Apple e condannata a pagare un risarcimento di almeno 1.049.343.540 di dollari. La sentenza sta facendo molto discutere e in queste ore ci si interroga su cosa potrà accadere nei prossimi giorni e quali saranno le conseguenze per tutti, non solo per Samsung o Apple, della decisione dei giurati. Ho messo insieme qualche pensiero sulla cosa, da leggere con beneficio d’inventario.
– Samsung ricorrerà in appello per cercare un nuovo verdetto favorevole, almeno su alcuni brevetti per la cui violazione ha subito la condanna. I legali proveranno a ottenere una riduzione del risarcimento da pagare a Apple.
– Nei prossimi giorni Apple si darà da fare per ottenere diverse ingiunzioni dal tribunale per sospendere la vendita dei prodotti Samsung che violano i suoi brevetti. Non tutti gli smartphone citati nel processo sono ancora in vendita, si tratta di vecchi modelli, ma il Galaxy S II può essere ancora trovato nei negozi di diverse parti del mondo. Apple avrà dalla sua la decisione della giuria per ottenere rapidamente la sospensione delle vendite, ai danni di Samsung.
– Nonostante l’esito molto favorevole del processo, è probabile che anche Apple decida di ricorrere in appello. La giuria ha infatti stabilito che Samsung non ha violato il design dell’iPad con il proprio Galaxy Tab 10.1, una delle cose su cui i legali di Apple avevano puntato molto durante il processo. Se all’appello si decidesse il contrario, la società potrebbe ottenere un altro importante risarcimento, ma soprattutto potrebbe condizionare il modo in cui la concorrenza realizza i propri tablet.
– La sentenza permette anche a Apple di dire, più o meno indirettamente, che così com’è Android non va bene perché su alcuni smartphone porta alla violazione dei suoi brevetti. Google lo sa bene e negli ultimi mesi ha fatto grandi pressioni nei confronti delle società che usano Android, invitandole a cambiare il design dei loro telefoni per differenziali di più sia esteticamente sia nel funzionamento, specialmente per quanto riguarda i comandi che si possono impartire facendo scorrere le dita sul touchscreen. Gli smartphone Android potrebbero risentirne, diventando meno pratici per alcune cose, come la possibilità di zoomare con due dita nelle mappe (non è una cosa da poco).
– Non bisogna essere comunque troppo pessimisti sul futuro di Android. Il sistema operativo c’è, è usato su centinaia di milioni di smartphone e di certo non scomparirà. I produttori che lo utilizzano (sono anche grossi e non sono pochi) hanno davanti la possibilità di ideare nuove soluzioni, nuovi sistemi che si differenzino da quelli di Apple e magari con qualche pregio in più.
– Apple ha messo in chiaro che chi copia non avrà tregua fino a quando non smetterà di farlo. La sentenza lascia diversi contorni sfumati su cosa potrà fare la concorrenza e cosa non potrà fare con i propri nuovi smartphone. Questa incertezza, almeno iniziale, potrebbe portare a un rallentamento della messa in vendita di nuovi modelli Android, lasciando più spazio per Apple.
– La fine del processo è arrivata con un tempismo perfetto per Apple. La società nelle prossime settimane potrà ottenere la sospensione delle vendite di diversi modelli Samsung e si attiverà per fare altrettanto con altre aziende, creando buone condizioni per quando presenterà (si pensa a fine settembre) il suo nuovo iPhone 5. Poi arriverà la stagione degli acquisti natalizi, la più redditizia dell’anno, e staremo a vedere come andranno le cose con la concorrenza.
– Chi sicuramente è felice per come sono andate ieri le cose nell’aula di tribunale di San Jose (California) è Microsoft. Il sistema operativo per dispositivi mobili della società, Windows Phone, per ora ha faticato molto ad affermarsi schiacciato dalla concorrenza di iOS (Apple) e di Android (Google). Nel corso del processo è però emerso che Microsoft ha un contratto per l’uso in licenza di alcune tecnologie ideate da Apple per i dispositivi mobili. Non sono circolati molti dettagli in più sull’accordo, ma dovrebbe trattarsi di una specie di patto per evitare che le due società si copino a vicenda con a garanzia alcune tecnologie in licenza. In questa fase di incertezza su Android, diversi produttori potrebbero quindi decidere di aumentare il numero di loro smartphone (per ora sono pochi, fatta eccezione per il grande sforzo di Nokia) che utilizzano Windows Phone, sui quali ci sono maggiori garanzie dal punto di vista legale, diciamo. È una buona notizia per Microsoft, che conta di rinforzare ulteriormente la diffusione di Windows Phone con l’imminente lancio del nuovo Windows 8, che avrà molte soluzioni simili a quelle del suo sistema operativo per smartphone.
– Seguendo il processo mi sono fatto l’idea che in effetti quelli di Samsung avessero scopiazzato diverse cose dai dispositivi Apple. Magari non andò proprio come sostenuto nel processo, cioè che Samsung mise sul mercato il primo “clone” dell’iPhone in tre mesi semplicemente imitando le cose che Apple aveva sviluppato con enormi costi nei cinque anni precedenti, ma anche prima della sentenza era difficile non vedere particolari e sospette somiglianze tra gli smartphone delle due società. Ho diverse perplessità sulla cifra stabilita per il risarcimento e sulla rapidità con cui la giuria ha raggiunto il verdetto (e sull’utilità stessa che su materie così complesse tecnicamente si affidi la decisione a una giuria popolare).
– A dirla tutta, in alcuni casi Samsung è stata condannata dalla giuria per aver violato il brevetto su un gesto registrato da un’altra società, e questo riporta a una delle domande cruciali che chi si occupa di queste cose si ripete spesso: si può davvero brevettare un gesto? La mia opinione è che, no, non si possa fare e che il sistema dei brevetti – soprattutto negli Stati Uniti – per questo genere di cose sia fuori controllo. L’Ufficio che se ne occupa concede brevetti a tutto spiano per ogni singola minuzia. Questo consente alle società di avere il controllo su alcuni pezzi fondamentali senza i quali la concorrenza non può completare il suo puzzle. Da tutto questo derivano accordi incrociati di licenza su qualsiasi cosa e, soprattutto, continue e milionarie cause legali tra le società che finiscono per combattersi nelle aule di tribunale e non sul mercato. È un gran casino, ma se non si mette mano alla gestione dei brevetti, come chiedono da anni in molti, la produzione di nuove idee sarà sempre più difficile specialmente per le società più piccole.
Giancarlo
Gran bel post, hai centrato i punti principali. In microsoft staranno stappando lo champagne: sono stati rimessi in gioco in un gioco in cui sembrava avessero definitivamente perso.
Stefano
Sono d’accordo sostanzialmente su tutto, il post mi sembra molto imparziale anche se non ho seguito nel dettaglio la vicenda.
Tuttavia aggiungo – nel merito dell’ultimo punto – che è probabilmente insensato brevettare un gesto ed è evidentemente fuori controllo il comportamento dell’ufficio brevetti americano. Tuttavia chiediamoci: si tratta di un gesto qualunque? Potrebbe, ma prima di iPhone chi aveva mai pensato a zoomare lo schermo di un cellulare completamente touch-screen allargando le dita? Forse qualcuno, ma per la maggioranza, abituati alle QWERTY dei Blackberry e agli indistruttibili Nokia, si trattava a parer mio di una grande innovazione, che Apple giustamente a introdotto a larga scala e vuole sfruttare.
Dico questo perchè ho letto su diversi siti e anche su Facebook i commenti soliti di gente poco spiritosa: “Apple vuole brevettare il rettangolo” oppure “menomale che ai tempi della ruota e del fuoco non c’erano i brevetti”.
Apple non credo voglia brevettare il rettangolo ad angoli smussati, ma semplicemente ha accusato un plagio in questa particolare forma, associata ad uno smartphone (tipologia di dispositivo che in pratica ha (re)inventato) e ad uno schermo touch esteso a tutta la superficie. Stesso discorso per il pinch to zoom.
Per questo sono d’accordo con la sentenza, anche perchè, ostacoli alla concorrenza o no, sono 10 anni che nel campo dell’informatica di massa Apple crea innovazione da sola e gli altri la seguono.
(p.s.: psono un utente Windows!!)
Mauro
Io mi occupo anche di Intellectual Property (alla Siemens, che non produce smartphones, ma le leggi che regolano i brevetti non dipendono dal tipo di prodotto).
Il problema è un problema tutto statunitense: in Europa non si sarebbe MAI potuto brevettare (o proteggere in qualunque altro modo) un gesto.
Purtroppo però gli USA sono il mercato più grande e più prepotente, quindi queste decisioni – pur non essendo valide nel resto del mondo – hanno comunque anche influenza sul resto del mondo.
Saluti,
Mauro.
Emanuele
Rifacendomi a quanto ha scritto Mauro: quindi un produttore che non vendesse negli Stati Uniti potrebbe implementare quel gesto nel suo prodotto senza problemi legali?
Mauro
Se si tratta solo del gesto, ma il software e l’hardware che consentono quel gesto sono diversi, sì.
Almeno in Europa.
In tutta sincerità non ho idea di come sia la situazione in Asia.
Saluti,
Mauro.
dodo
Però in Europa si possono brevettare colori e rumore dei motori, oltre che forme… non mi sembra che il passo tra “pinch to zoom” e “rosso ferrari” sia poi così lungo…
Non viene brevettato il gesto, ma il gesto con quella funzione, che in un dispositivo multitouch è fondamentale al pari della disposizione dei tasti…
Per altro, sbaglio o in passato era stata brevettata la funzione del tasto destro? In caso affermativo, mi sembrerebbe un caso piuttosto affine, diversamente, qualcuno sa se c’avevano mai provato?
Stranger
I miei dubbi concordano con questo post, ed in particolare può una giuria poplare dare questi giudizi (se poi ci mettiamo l’attaccamento della gente ai marchi che usa: apple\ms\linux ecc.) mi chiedo se potevano essere scevri da qualsiasi pregiudizio.
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Inoltre a me sembra che il tap per zoom fosse già presente nel film “minority report” che, se non err,o è precedente all’iphone, mentre giurerei di aver visto in alcuni altri film di fantascienza “comunicatori” full screen\touch, senza dimentizare che posseggo un cellulare d’epoca che è rettangolare con i bordi arrotondati… ma non è nero (!).
Low Resolution
Apple NON ha brevettato un gesto, ha brevettato un insieme di tecnologie (con tanto di diagramma di flusso tecnico) che rende quel gesto un comando di input per un’interfaccia.
La tecnologia multitouch e l’interazione gesturale era già in studio da tanto tempo, ma solo Apple è riuscita ad applicarla in un prodotto commerciale per giunta tascabile. Per riuscirci ha comprato una delle società allora più all’avanguardia la “Fingerworks”.
Sono molto colpito dal pressapochismo con cui anche in Italia da persone apparentemente competetenti la vicenda è stata commentata. Anche in questo post. Nessuno brevetta dei gesti, ma delle tecnologie.
L’innovazione realizzata da Apple con le interfacce gesturali multitouch è stata una vera rivoluzione che ha cambiato tutto. Sono arrivati prima di tanti altri e sono stati davvero bravi nell’implementazione. Non ci vedo nulla di male che cerchi di proteggere il suo lavoro e i suoi investimenti. Quello dell’innovazione dovrebbe essere un tema importante anche in Italia: non possiamo continuamente sperare di tirare a campare copiando idee e tecnologie altrui.
Come dimostra bene il caso di Windows Mobile con Nokia e quello di Palm con WebOS è possibilissimo fare meglio di Apple inventando qualcosa di nuovo senza copiare.
roberto
Io invece sono colpito dal numero di fanatici che sono pronti a difendere la società Apple, che ricordo non è una ONG, a prescindere da qualsiasi situazione.
Il gesto di divaricare le dita per zommare non è una tecnologia. Negare ad altre società l’utilizzo di questo gesto significa 1- tagliare fuori la concorrenza con un colpo basso e 2- rendere la vita più difficile ai tanti utilizzatori che per consuetudine lo evocano quando si trovano davanti a un qualunque touchscreen.
E se Apple all’epoca avesse registrato il brevetto sull’uso del mouse? Adesso ci troveremmo con 2 o più sistemi di interfaccia con i computer? O ancor peggio Apple avrebbe il monopolio dei computer?
Mauro
Rumori dei motori e colori tipo il “rosso Ferrari” non sono veri e propri brevetti, godono di una protezione d’altro tipo.
Credo (dovrei controllare) che sono quello che qui in Germania si chiama “Gebrauchsmuster” (in italiano credo si dica “modello d’utilità” o qualcosa di simile).
Saluti,
Mauro.
Low Resolution
Il gesto di divaricare le dita non è una tecnologia e non si può brevettare. La tecnologia che sullo schermo di un’interfaccia traduce quel gesto in un comando di input al sistema operativo è una tecnologia (e più di una) e, si, si può brevettare.
Il mouse fu brevettato da Douglas Engelbart alla dine degli anni ’60 e Apple aprofittò de la scadenza del bvetto.
I brevetti di forma o ‘di utilità’ (trade dress) esistono anche in Italia, e per fortuna aggiungo, visto che grand parte del PIL nazionale è fatto anche dalla moda e dal design.
Il problema è che molti di questi temi sono da specialisti, non alla portata di tutti. Il fanatismo è quello di chi rifiuta che dietro ai prodotti e alle tecnologie innovative c’è lavoro, ricerca e investimenti e che questo lavoro nel caso di sfruttameto commerciale vada protetto. Sono d’accordo che la normativa dei brevetti software negli US è fonte di abusi e speculazioni senza senso, ma il principio di base è corretto. Lo fanno uso tutti, Google e Samsung compresa.
Il modo in cui questa vicenda è stata tratta anche dai media nazionali rivela non solo una forte ignoranza in termini di brevetti e tecnologia, ma anche un atteggiamento culturale tutto ialiano ostile al riconoscimento del merito e delle competenza, che purtroppo spiega perchè siamo così tanto indietro.
A parte l’ultimo paragrafo condivido buona parte del post di Menietti, anche se secondo me in questa partita il vncitore non è Microsoft, ma Amazon, che è vero competitor emergente di Apple e non Google. La battaglia non è sulle feature degli smartphone ma sugli ecosistemi di distribuzione contenuti e servizi digitali.
Ale
Concordo sul fatto che il pinch to zoom non sia una “tecnologia” ma solo un’opzione di UI.
A mio avviso è del tutto uguale al gesto di sollevare la cornetta per rispondere al telefono di casa. È solo una modalità per attivare una funzione. Apple ha scelto questa ma se ne possono trovare altre. Ciò non vuol dire che debba essere brevettabile.
C’è un video molto interessante su TED in questi giorni chendimostra che il pinch to zoom fosse già largamente conosciuto dagli addetti ai lavori prima dell’iphone.
Il mio dubbio è: ma non è un caso che, su un tema così controverso, una società americana abbia stravinto su una società straniera?
Sul brevetto di rumori e colori, penso che il tema sia evitare che le aziende vendano di più sfruttando un segno particolare di un’altra azienda, di fatto confondendo il consumatore.
cla
All’epoca (2006-2007) ci fu un vero e proprio esodo di programmatori che dalla Apple passarono in Google attirati da più alti guadagni (poco in realtà). Credo Jobs sospettasse (a ragione IMHO) che molto di iOS sia stato rivelato per costruire Android. Google è il prossimo avversario nella “guerra termonucleare” infatti.
roberto
@Low Resolution
Ma che significa “un atteggiamento culturale tutto italiano”?
Estratto del comunicato samsung post sentenza: “è un peccato che il diritto dei brevetti possa essere utilizzato per dare ad una società il monopolio sui rettangoli a spigoli arrotondati”. E’ permesso condividere una critica (formulata da società non troppo italiana) ad una sentenza?
Oltre al lavoro, la ricerca e agli investimenti c’é anche tanta furbizia e un sistema che permette di allucchettare semplici intuizioni basate su gesti istintivi e naturali, ormai entrati a far parte di un linguaggio globalmente riconosciuto. Intuizioni che, se rese disponibili a tutti, possono alimentare una sana concorrenza.
RicPol
Mi sembra interessante seguire questo nuovo trend di una Apple “antipatica”, che soffoca la concorrenza e protegge la sua posizione dominante a colpi di sentenze.
L’opinione che mi sono fatta è che certamente Samsung ha copiato delle cose (e anche più specifiche dei “gesti”), ma in molti casi era inevitabile. Se sei il primo a inventare il telefono con tastiera numerica, e decidi di mettere i numeri in ordine da 1 a 9, poi non puoi aspettarti che i concorrenti mettano sulle loro tastiere i numeri mescolati, solo per non violare la tua grande idea. Ma se invece un sistema di brevetti marcio fino al midollo ti dà la possibilità di pretendere questo in tribunale, allora stai semplicemente danneggiando il libero mercato.
Ma al di là della mia opinione, è comunque interessante vedere come reagirà nel lungo periodo l’opinione pubblica a questa trasformazione della Apple nella nuova Microsoft del futuro.
Lorenzo Valeri
e intanto il cliente paga, l’S3 come ormai come un iPhone, che non comprerei manco morto.
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