Ieri sera a Report si sono occupati dell’aspartame, uno dei più diffusi e utilizzati dolcificanti artificiali al mondo, chiedendosi se possa essere dannoso per la salute. Per molti versi, la puntata ricordava quella dello scorso novembre dedicata ai telefoni cellulari, in cui fu dato ampio spazio ai sostenitori della loro presunta pericolosità, trascurando alcune evidenze che avrebbero reso più complicata la dimostrazione della tesi dell’inchiesta. Seguendo questo sistema, nel caso dell’aspartame ne è venuta fuori una puntata a tratti insinuante e un poco inconcludente, anche se va comunque riconosciuto ai suoi autori di aver riportato l’attenzione su un tema su cui si discute da decenni e che è diventato molto complesso e difficile da raccontare.
La prima parte dell’inchiesta ha mostrato come l’aspartame ottenne l’approvazione negli Stati Uniti per essere utilizzato negli alimenti, dopo la sua fortuita scoperta in laboratorio. Niente di nuovo o inedito: l’approvazione del dolcificante artificiale fu una delle più complesse e travagliate tra quelle gestite dalla Food and Drug Administration (FDA). La società che brevettò il prodotto fu accusata tra gli anni Settanta e Ottanta di aver falsificato i dati delle proprie ricerche sulla sicurezza dell’aspartame e ci furono anche discussioni e polemiche per presunti conflitti d’interessi con la FDA. Questi aspetti della vicenda sono stati messi molto in evidenza nella puntata di ieri, mentre hanno avuto meno spazio e risalto le iniziative, scientifiche e legali, che furono avviate negli Stati Uniti per verificare la fondatezza dei timori legati alla sostanza chimica e che smontarono le accuse legate all’approvazione dell’aspartame. La questione fu anche affrontata dalla sezione investigativa del Congresso (Government Accountability Office), che consultò 67 scienziati sulla materia e la stragrande maggioranza (55) non espresse particolari preoccupazioni.
Forse per ragioni di tempo, Report non ha dato poi spazio alle tante indagini scientifiche e studi realizzati da centri di ricerca, singoli ricercatori e organismi di controllo. Lavori che hanno verificato (su basi scientifiche, non decretandolo e basta) che in dosi ragionevoli l’aspartame non costituisce un pericolo per la salute. Per citarne solo alcune, ci sono la ricerca di Harriet H. Butchko e colleghi del 2002, lo studio di B. A. Magnuson e colleghi del 2007, il rapporto della European Food Safety Authority (EFSA) del 2010.
Invece di citare le evidenze emerse in quelle ricerche, l’inchiesta si è concentrata – nella seconda parte – sui risultati ottenuti dalla Fondazione Ramazzini, un istituto di ricerca sui tumori di Bologna, secondo cui l’aspartame potrebbe essere cancerogeno alle dosi di sicurezza indicate dalle istituzioni sanitarie. Anche in questo caso non si tratta di nulla di nuovo, ma di una serie di studi condotti nei primi anni del Duemila e già presi in considerazione e scartati dalla FDA e dalla EFSA perché ritenuti poco affidabili. Nel suo intervento dallo studio, Milena Gabanelli ha ricordato (semplificando molto, la storia fu più complessa e con più protagonisti internazionali) che in passato il Ramazzini identificò un importante agente cancerogeno, il cloruro di vinile, e che quindi lo studio della Fondazione sull’aspartame si meriterebbe una maggiore attenzione. Solo che la ricerca scientifica non funziona così. Non si basa su quello che ha fatto prima il centro di ricerca dove lavori, ma su quello che hai cercato di dimostrare nel tuo studio che sarà poi rivisto, smontato e rimontato da altri ricercatori. Se non ricordo male, la ricerca del Ramazzini fu presentata a una conferenza stampa saltando il meccanismo classico, e più affidabile, della precedente pubblicazione su una rivista col sistema del peer-review, che consente ad altri ricercatori di verificare la bontà del nuovo studio proposto prima che sia diffuso.
Nella puntata si è anche sostenuto che dovrebbero essere le autorità come la FDA e la EFSA a indicare alle aziende centri di ricerca affidabili per verificare la potenziale pericolosità delle nuove sostanze, evitando così il meccanismo per cui sono le società a occuparsi di far realizzare gli studi da presentare agli organismi di controllo. Non è però chiaro perché un sistema simile dovrebbe offrire più garanzie. Nella trasmissione si faceva intendere che l’attuale sistema porta alla produzione di studi di parte, perché le aziende hanno il pieno interesse a far approvare i loro prodotti. È vero, ma è altrettanto vero (e sarebbe stato più onesto ricordarlo) che le medesime aziende vogliono poter vendere il più a lungo possibile i loro prodotti e con limitazioni chiare da subito, condizione che non può essere ottenuta con studi poco accurati o volutamente “di parte”. È bene anche ricordare che le ricerche sulle sostanze in attesa di approvazione vengono controllate e vagliate da panel di tecnici ed esperti della FDA e dell’EFSA, che possono richiedere nuovi studi o approfondimenti a carico delle società. E proprio la travagliata storia iniziale dell’aspartame ne è la dimostrazione.
L’inchiesta di Report contestava anche l’impossibilità di farsi un’idea chiara su quanto aspartame sia contenuto nei cosiddetti cibi e bevande dietetici. In effetti la quantità precisa non viene indicata, ma come veniva ammesso anche nella puntata è molto difficile superare i limiti giornalieri consigliati per l’assunzione della sostanza. (Ed è bene ricordare che ci sono limiti giornalieri consigliati per qualsiasi cosa ingeriamo, acqua compresa.) Per l’EFSA il limite è di 40 milligrammi per chilogrammo, per la FDA la soglia è più alta e pari a 50 milligrammi per chilogrammo. Un adulto di 75 chili dovrebbe bersi almeno venti lattine al giorno di bevande con aspartame per arrivare alla soglia indicata dalla FDA.
La quantità naturalmente si riduce nel caso dei bambini, ma anche considerando un peso di 30 chilogrammi occorrerebbe rimpinzare un ragazzino di prodotti con aspartame da mattina a sera per raggiungere il limite. In uno dei passaggi più controversi della puntata di ieri (anche dal punto di vista deontologico) è stato intervistato un ragazzino, che deve assumere particolari medicinali ogni giorno, ed è stato ricordato che in molti farmaci sono presenti dolcificanti artificiali come l’aspartame. Le quantità, però, sono minime e enormemente al di sotto di qualsiasi limite di presunta pericolosità, compreso quello indicato dal contestato studio del Ramazzini. Non ho capito che senso avesse intervistare quel ragazzino ai fini dell’inchiesta, che faceva un po’ l’effetto dell’allarmato “chi penserà ai nostri poveri bambini?”.
Infine, l’inchiesta di Report si è occupata dell’aspartame in relazione alle diete e alla perdita di peso, riprendendo anche in questi casi ricerche scientifiche ormai datate e messe da parte dopo diverse revisioni. Nella complessa storia del dolcificante artificiale, saltarono fuori alcuni studi che mettevano in allarme sulla possibilità che l’aspartame potesse fare ingrassare e portare all’obesità. Forse si sarebbe potuto spiegare che i pochi studi sul presunto effetto ingrassante dell’aspartame sono stati analizzati e smontati da molte ricerche negli ultimi dieci anni, arrivando alla conclusione che non ci sono dati per poter sostenere che l’aspartame faccia prendere peso.
La razza umana non si estinguerà a causa dell’aspartame. Se bevete 20 lattine di bibite light al giorno, il problema è un altro.
biagio
(a costo di essere moderato)
Post completamente OT.
“della questione se NE occupò” mi ha fatto correre brividi per la schiena…
Fabrizio
Milena Gabanelli come Helen Lovejoy?!?
http://www.youtube.com/watch?v=BWG8RqsjI88
andrea
Non sono d’accordo con la Sua analisi: infatti la parte più interessante del servizio di ieri era costituita dall’iter dell’approvazione dell’aspartame dalla FDA, dalle coincidenze circa i procuratori ed i funzionari FDA che dovevano indagare sul caso che rimasero inerti per poi passare ad impieghi privati (guarda caso) proprio alla Searle, dal fatto che i test che negavano alcun tipo di effetto collaterale fossero esclusivamente commissionati (e pagati o finanziati) dalla case produttrici, dalla singolare circostanza che tutti i convegni in materia siano partecipati ed animati da studiosi a libro paga delle imprese produttrici, dal fatto che l’autorità pubblica italiana prenda per oro colato quanto sopra ed affermi come sia impossibile trovare uno studioso competente ma indipendente!
Sicuramente quella dell’aspartame sarà una bufala, mi sembra però che i suoi argomenti (ma soprattutto quelli dell’industria dei dolcificanti) ricordino tristemente quelli dell’industria del tabacco negli anni 60. Cordialità
Giuseppe
Scusate ma non vi basta sapere che uno dei tre componenti nei quali si decompone nell’organismo viene convertito in formaldeide dal fegato, che è certamente cancerogena, per far i venire dei dubbi
MarcoBO
quello che trovo pericoloso è che, se preso
sino al max consentito giornaliero, non sarebbe pericoloso
ma poi è demandato all’utente/cliente la verifica della
dose giornaliera assunta, cosa che ovviamente non può fare
visto che sui prodotti (ad esempi medicinali come il mom..ol , neppure sul bugiardino) non compare la quantità presente
e questo è un medicinale, figurarsi gli alimenti/bevande
pifo
La razza umana non si estinguerà’ comunque anche perché’, in diverse centinaia di migliaia di anni, ha saputo affidarsi a meccanismi di tutela ben più’ raffinati ed efficaci di quelli del peer-review, meccanismi che potremmo semplicemente definire “cautela” oppure “minimizzazione dei rischi” o piu’ specificatamente “consapevolezza”.
L’uso di un’apparecchiatura elettronica a bordo di un aereo in decollo interferisce con i sistemi di controllo del velivolo? Forse, a volte, dipende. Nel dubbio (dubbio che un dibattito scientifico saprebbe certamente risolvere caso per caso) il comandante decide di adottare il principio di massima cautela e impartisce l’ordine categorico di spegnere tutti i dispositivi, di qualunque tipo.
Ecco, come consumatore io rivendico lo stesso diritto di massima cautela esercitato dal comandante. Voglio sapere cosa sia questo Aspartame e quali sono i rischi che secondo qualcuno sono connessi al suo utilizzo. Saro’ io poi a decidere per quello che mi riguarda.
Da una trasmissione giornalistica non pretendo il rigore scientifico e metodologico di una rivista accademica ma semplicemente quegli elementi di informazione che possano guidare quell’istinto autoconservativo che determina la cautela dei miei comportamenti.
Io e i miei bambini continueremo ad assumere Aspartame perche’ e’ assurdo pensare il contrario ma lo faremo con consapevolezza, ovvero quella reazione cognitiva che e’ spesso alla base del successo di molte specie animali, anche se raramente consapevolezza equivale a conoscenza.
Saluti.
manuel
La razza umana è sopravvisuta all’eternit e potra sopravvivere anche all’aspartame.
Nicola Colella
Venti lattine al giorno probabilmente sono inusuali, ma 3-4 lattine, più la bustina nel caffè, più le merendine ‘dietetiche’, più qualcos’altro che normalmente si mangia a pranzo, cena e colazione, e mi sa che arriviamo vicini alle dosi che secondo le stesse aziende produttrici sono pericolose.
Franco
Premesso che non ho un’opinione precisa sull’argomento noto però qualche forzatura nella critica di questa pagina.
1. non mi pare fosse stata contestata l’esistenza di studi a favore dell’aspartame ma il fatto che fossero finanziati dal produttore stesso (per esempio il primo citato in questa stessa pagina: seguendo il link si vede l’email della ricercatrice e si capisce per chi lavora: harriett.h.butchko@nutrasweet.com) oppure basati sempre sugli stessi dati viziati all’origine dei primissimi esperimenti citati nel servizio.
2. a proposito del presunto effetto ingrassante, o comunque dell’assenza di un effetto dimagrante, gli ultimi argomenti a sostegno non mi paiono così datati, mi ricordavo di aver letto qualcosa solo qualche mese fa e ora l’ho recuperato: http://www.sciencedaily.com/releases/2011/06/110627183944.htm
Condivido anche io comunque il fatto che una trasmissione come Report (che è preziosa e deve prestare il meno possibile prestare il fianco alla critiche) deve andarci con i piedi di piombo prima di diffondere dati allarmistici e bene se ne fa a parlarne e a mettere i puntini sulle “i” se qualcosa è sfuggito.
La mia impressione generale è certamente quella che Report parta con una sua opinione un fatto e poi vada alla ricerca di esperti che sostengono questa tesi (le cui opinioni sono esaltate) ed altri esperti contrari alla tesi (da far cadere in contraddizione da soli o carpendo commenti off-record oppure, se non è possibile, da contraddire con voce fuori campo).
Non vorrei essere frainteso, credo che Report abbia ragione nella maggior parte dei casi ma è il metodo che non sempre mi convince.
Alla fine per Report non ci sono mai problemi complessi con soluzioni che hanno pro e contro ma sempre questioni semplici sulle quali siamo raggirati e che basterebbe un po’ di buon senso e di onestà (da parte del politico, del tecnico, dell’imprenditore di turno) per fare le cose bene invece che male.
Ecco, non credo che sia sempre tutto così semplice. Ma, non vorrei essere frainteso, rispetto all’informazione inesistente dalla quale è circondata, questa trasmissione rimane una perla in uno stagno, molto meglio così piuttosto che niente.
La ragione per cui ho messo un paio di puntini sui puntini sulle “i” è che mi è venuto il sospetto che anche questo post fosse partito un po’ con la sua tesi da sostenere a priori: “vediamo un po’ quelli di Report quanto l’hanno sparata grossa questa volta”.
Dignity grabbing
Ognuno decide per il meglio; l’importante e’ sapere che lo si trova nella maggior parte dei prodotti in vendita e che gli organismi preposti stanno giocando con la salute delle persone a favore delle multinazionali che attraverso le loro lobbies influenzano la decisione del FDA e l’agenzia Europea EFSA di Parma. Io intanto mi tutelo usando la stevia che e’ un dolcificante naturale.
iorek
@ Giuseppe
Ma quando mai l´aspartame si converte in formaldeide… se mai il metabolismo dell´aspartame puó generare metanolo (circa 25 – venticinque – volte sotto la soglia tossica se si assume aspartame al 90 percentile (piú o meno le famose 20 lattine…). Il metanolo generato viene ossidato da ossidasi epatiche a fromaldeide, che rimane praticamente non rilevabile nel sangue.
Si genera piú formaldeide se si beve un succo di frutta da 25 ml, per capirci…
uqbal
pifo
Secondo il principio da te esposto, dovresti smettere di respirare in questo istante, o andare a vivere in un angolino ben riparato sul Karakorum. Non se ne esce.
Biagio
Non per difendere chicchessia, ma se vuoi fare il purista della lingua italiana, almeno cerca di conoscerla. Prenditi una grammatica qualsiasi e scopri che in una qualsiasi lingua naturale, italiano incluso, esistono le ridondanze. Poi, una volta imparato questo, potrai risparmiarti i brividi e lasciare tranquilla la tua schiena.
ro55ma
uqbal: CLAP – CLAP -CLAP 🙂
ma, appunto, non se ne esce.
akiro
>È vero, ma è altrettanto vero (e sarebbe stato più onesto
>ricordarlo) che le medesime aziende vogliono poter vendere il più
>a lungo possibile i loro prodotti e con limitazioni chiare da subito,
>condizione che non può essere ottenuta con studi poco accurati o
>volutamente “di parte”
Le aziende vogliono vendere il più a lungo possibile e basta. Se gli studi sono poco accurati poco importa, tanto s’è visto che con i tempi della giustizia e con il giusto capitale si possono fare molti miracoli.
E sul rimpinzare da mattina a sera i bambini di aspartame per raggiungere il limite, bhe, direi che non è assolutamente vero viste le dosi indicate dalla puntata. 10 caramelle, 4 merendine e 2 bibite sembrano veramente tante?? Ci sono bambini che vanno avanti solo a bibite gassate
elisabetta
mmml’umanità è sopravvissuta all’eternit???? quanti ne sono morti??casale monferrato, un intero paese, è stato decimato!!! una donna ha visto morire figlia, marito e sorella!E casale monferrato non è l’unico!!! anche in quel caso i produttori sapevano ma avevano fatto in modo da non far fuoriuscire i risultati scientifici! Pur di guadagnare. Certe storie dovrebbero insegnare. Non è la sopravvivenza di pochi ciò che dobbiamo augurarci! Certi commenti mi lasciano alquanto allibita!
Lorenzo
@Nicola direi che chi assume “3-4 lattine, più la bustina nel caffè, più le merendine ‘dietetiche’, più qualcos’altro che normalmente si mangia a pranzo, cena e colazione” ha un problema che non è dato dall’aspartame, ma da cibo spazzatura.
Sabrina
Bisognerebbe disabituarsi al gusto del dolce, cosí tante questioni si risolverebbero da sé.
fancesco
totalmente d’accordo con il commento di andrea
questo post omette volutamente alcune delle parti più importanti dell’inchiesta, come quella riguardante i conflitti di interesse dell’autorità europea
l’unica obiezioni condivisibile riguarda l’apparizione dle bambino
enrico
nessuno ha ancora ricordato che searle è quella dell’agente orange e faceva parte del gruppo monsanto!
Aspartame, ag orange e OGM! Il solito complotto delle multinazionali cattive!
Maria claudia Peretti
Ieri sera ho imparato molte cose che non sapevo. Quella che più mi preoccupa è la diversità dei protocolli di ricerca, il fatto che il periodo di osservazione dei topi/ratti previsto nei protocolli ufficiali consideri soltanto la fase centrale dell’arco di una vita, ignorando l”inizio , il momento in cui si semina, e la parte finale, il momento in cui si raccoglie e che dovrebbe essere fondamentale per sostanziare qualsiasi tipo di bilancio. Di certo i meccanismi di controllo che il programma ha raccontato non sembrano garantire con pienezza valutazioni imparziali e a favore dell’interesse diffuso. Piuttosto siamo portati a pensare che siano l’ennesima espressione di una burocrazia incapace di governare davvero le bramosie e l’avidità di chi persegue a tutti i costi la religione del dio denaro.
pifo
Uqbal,
non hai compreso quello che ho scritto.
Se ne esce … se ne esce eccome, basta contemplare la nostra vicenda evolutiva.
Io, tu, noi, valutiamo in ogni momento i rischi legati alla nostra attivita’ umana, sappiamo farlo molto bene e sappiamo discretamente decidere quando e’ il caso di andare ad abitare sul Karakorum e quando invece possiamo rimanercene relativamente tranquilli a casa, perche’ sappiamo mettere a frutto certe cognizioni.
La mamma mi disse un giorno che infilare due dita nella presa della corrente poteva essere pericoloso per la mia salute. Non mi forni’ certo “dosi consigliate”, soglie di tensione, limiti di amperaggio, la legge di Ohm e trattati di cardiologia da leggere. Io, come risposta, ho elaborato un semplice principio di comportamento che senza portarmi sulla cima dell’Himalaya mi ha consentito di vivere felice in compagnia dei miei elettrodomestici.
E’ cosi avventato pensare che un principio simile sia non solo sempre applicabile ma anche persino piu’ efficace di altri fondati esclusivamente sulla conoscenza della verita’ scientifica?
iorek
Concordo in parte con Pifo (che peró un po´ si contraddice). E´ vero che se ne esce, eccome, ma non se ne esce se non con la veritá scientifica. Che é una, e complessa, e mi spiace dirlo ma – giusto o sbagliato che sia – non alla portata del cosiddetto uomo della strada. Ed é secondo me vero che il principio di massima cautela, battute a parte, é di primaria importanza. Peró, ci piaccia o meno, siamo in pieni tecnocrazia. E, sí, per me, é una cosa bella.
PS: applausi sul commento di uqbal a biagio 🙂
iorek
Un´altra cosa: penso che l´evoluzione abbia poco a che fare con la faccenda, almeno l´evoluzione darwiniana (quella molecolare, alla gene egoista, eccome). Le scelte evolutive non sono ne razionali ne aprioristiche. Non sapendo cosa faccia l´aspartame, per fare un esempio, puoi smettere di prenderlo e esporti a diabete o ipertensione, o prenderlo, e esporti a altri rischi. Non lo sai a priori – ergo la necessitá di avere risposte.
David
Allarmismo ingiustificato o meno, io credo che anche se effettivamente la puntata aveva un sapore fin troppo “sensazionalista” dobbiamo chiederci: mi sarebbe mai saltato in mente di pensare che l’aspartame fa male, se preso in dosi estremamente massicce? Sicuramente come scrivete, se beviamo 20 lattine di coca light il problema è una altro, ma sinceramente io preferisco che si faccia rumore, anche eccessivamente, anche in modo sbagliato, o solo per tirare acqua alla voglia di sapere che parleranno di noi, domani mattina, se questo mi aiuterà, a richiamare la mia mente intorpidita, a chiedermi: “che cos’è l’aspartame”?
Bruno 1935
Per 27 anni sono stato ricercatore farmacologo e ne ho viste di tutti i colori. La maggior parte delle aziende frequentate è però stata onesta e scientificamente seria! Eppure erano italiane!!!! Quando ho avuto contatti scientifici con l’FDA ho conosciuto funzionari seri, preparati ed onesti. Questo non vuol dire che in alto loco, molto in alto i comportamenti possano essere MOLTO DIVERSI. L’Italia aderendo (in parte) ai protocolli sperimentali degli USA dapprima, poi della UE, ha fatto passi da gigante nella comprensione dei problemi delle sperimentazioni cliniche e precliniche. Nessuna meraviglia che negli USA le lobby proindustria farmaceutica abbiano dimostrato comportamenti a-scientifici (gli interessi pecuniari sono enormi!), anche se questo non giustifica NULLA. Noi del resto abbiamo avuto molti scandali coinvolgenti i passati Ministeri della Sanità; comunque, in proporzione, i nostri guai sono stati minori. Io sono sempre stato per un’industria farmaceutica STATALE (però in mano a governi ONESTI. TROPPO IMPORTANTE IL PROBLEMA SALUTE DEI CITTADINI!). Irrealizzabile? Forse.
jamesnach
Suggerisco a manuel di andare a Casale Monferrato e ripetere in piazza quello che ha avuto il coraggio di scrivere qui sopra.
Se torna, poi ci racconta com’è andata..
Gianmarco
Confermo quanto scritto da altri: quello che mi ha colpito del servizio, più che la ricerca in sé sull’aspartame, è quanto messo in rilievo in merito al conflitto d’interessi tra i componenti degli enti di controllo. Per il resto posso condividere la critica, ma il punto principale era quello.
dtm
E’ bene ricordare anche che l’acqua è tossica se assunta in certe dosi, ma non è cancerogena.
I limiti di assunzione per una sostanza cancerogena sono sempre un argomento molto delicato (dove molto è un eufemismo).
Non ho visto la trasmissione nè ho letto gli studi ma se l’impostazione è stata analoga alla puntata sui telefoni cellulari allora mi sta bene: ponevano l’accento su una questione trascurata (infatti ora se ne parla in conferenze universitarie).
Gifh
A mio avviso nel tentativo di riequilibrare la (presunta) insinuante e inconcludente puntata di Report, forse ci si è sbilanciati troppo verso i palesi interessi a favore del contestato dolcificante. Gli studi contrari sono per la maggior parte indipendenti, quelli favorevoli spesso sono finanziati dalle multinazionali che le producono. Inoltre il nocciolo della questione è ancora quel maledetto dosaggio, 40-50 mg/kg/die sono un esagerazione filoguidata, purtroppo sembrerebbe che una dose di molto inferiore sia già rischiosa, soprattutto per i bambini e le donne in gravidanza, data anche l’ubiquità del prodotto. Cerchiamo di non mischiare le carte in tavola e guai a chi dice che è colpa della chimica, qui la mancanza di scrupoli è di tutt’altra natura.
karl
Sono abbastanza d’accordo con l’articolo e mi rendo anche conto che siamo cresciuti in una cultura cattolica con il mito del “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, ma la frase: “Ed è bene ricordare che ci sono limiti giornalieri consigliati per qualsiasi cosa ingeriamo, acqua compresa.” è veramente viscida
cervelletto
@akiro “10 caramelle, 4 merendine e 2 bibite sembrano veramente tante??” si,sono fottutamente tante:se tu fossi genitore e lasceresti mangiare tutta questa merda ai tuoi figli,proporrei l’affidamento
cervelletto
“lasciassi”
Links for 30/04/2012 | Giordani.org
[…] visto da Report | CattivaMaestra | il Post https://www.cattivamaestra.it/2012/04/aspartame-report.html "Forse per ragioni di tempo, Report non ha dato poi spazio alle tante indagini scientifiche e […]
Z
Ricordo che al tempo della puntata sui cellulari avevo letto questo
http://incomaemeglio.blogspot.com/2011/12/il-metodo-report.html
Mauro
Ad una qualsiasi persona con formazione scientifica appare evidente quanto questo lavoro giornalistico risulti scadente e parziale. Già nel recente passato fecero un servizio simile sul metodo Zamboni. Mi chiedo: ma non esiste un’associazione di giornalisti scientifici che possa puntare i piedi contro il dilettantismo ormai imperante nell’informazione tecnico scientifica?
dook
perchè sorprendersi?
del resto la FDA è la stessa struttura che regola il commercio di nicotina ed alcool.
Michela
La puntata di Report ha riferito solo la verità! Le insinuazioni erano domande nei confronti di chi poteva controbattere ma non aveva le carte per farlo! La Fondazione Ramazzini è uno dei pochi Istituti che svolgono ricerche indipendenti e per questo deve lottare quotidianamente per sopravvivere! Sono schifata dalle insinuazioni fatte dall’articolo soprariportato! Non c’è novità in quanto mostrato da report? peccato che non ci siano neppure azioni da parte delle agenzie che dovrebbero tutelare la salute dei cittadini e soprattutto dei più sensibili alle sostanze tossiche, ovvero bambini e donne in gravidanza! Venissero puntate di report come quella di domenica scorsa, piuttosto della solita televisione “spazzatura”!! Sia da mamma, ricercatrice e nutrizionista sto da anni diffondendo il messaggio del ramazzini e come me dovrebbe farlo tutta la gente di buon senso.
Filippo Facci
Molto bravo. Si poteva anche citare la truffa abbagliante dell’aumento dei coefficienti di rischio (che cosa voglia dire ’20 per cento di probabilità in più’ di prendersi un tumore’).
Francesco
Ho un negozio di dolci e coloniali e non solo
L’aspartame, laddove fosse nocivo, è l’ultimo dei problemi
Per quanto riguarda la nostra dieta e i nostro stili di vita!
La gente muore per altro, i tumori insorgono per ben altri
Motivi più gravi..
E AGGIUNGO CHE NELLE CENTINAIA DI PRODOTTI CHE VENDO NEL MIO NEGOZIO, L’ASPARTAME NON È QUASI PRESENTE: è stato sostituito da altri dolcificanti da un pezzo!
Francesco
La società di oggi è piena di veleni eppure tutti questi criticoni continuano a mangiare spazzatura, inquinare con auto e roba simile, comprare roba Made in china etc…
Il corpo umano non è adatto a reggere tutto questo!
Quindi se proprio L’ASPARTAME vi fa paura evitatelo, tanto è già poco presente nei prodotti alimentari (ho un negozio di dolciumi e lo so bene)!
asskicker
Il tuo articolo e’ completamente inutile, oltre che capzioso!
Tenti di smontare il servizio di Report facendo “snipping” di interrogativi posti dallo stesso.
Invece IMHO i rischi posti dall’aspartame non vanno sottovalutati, anche se al di sotto di limiti stringenti.
Ad es. il problema della leucemia: se l’aspartame ha incidenza in questo, seppur minima, bisogna sommarla certamente ad altri fattori, sicuramente ben piu’ pericolosi, come l’inquinamento!
Perche’ dunque aggiungere anche una pur minima dose di rischio a dei rischi ben piu’ ampi?
Solo per guadagnarci al posto dello zucchero???
E dove sarebbe il vantaggio sulla dieta dell’aspartame rispetto allo zucchero, se negli USA in tanti sono obesi???
pifo
Ad esclusivo uso e consumo didattico di Filippo Facci:
Un campione di controllo di 1000 topolini che non ha assunto Aspartame mostra una incidenza di una certa patologia tumorale del 5% ovvero 50 topolini si sono ammalati in un certo lasso di tempo.
In un secondo gruppo di test di 1000 topolini ai quali e’ stato somministrato Aspartame per lo stesso lasso di tempo si riscontra l’incidenza della stessa patologia su 60 topolini, ovvero il 6%.
Si dice allora che, all’interno della affidabilità’ del test ovvero con una certa probabilità’ di errore calcolata in fase di ideazione del test e in genere non superiore ad una certa soglia (normalmente e’ il 5%), l’Aspartame aumenta il rischio di sviluppare quella patologia tumorale del 20% [( 60-50)/50 *100].
Saluti.
Se lo dice Report – Il Fatto Quotidiano
[…] dopo il discusso servizio di Report sull’aspartame (trovate in rete reazioni di vario genere qui, qui, qui e qui), di come purtroppo i giornalisti non scientifici abbiano spesso grosse difficoltà […]
Roberto Baudizzone
Leggo con attenzione la sua (forte) critica a Report. E su alcuni punti la trovo convincente.
Ma su altri meno:
1 – il fato che uno studio iniziale sia stato evidentemente falsificato non è sufficiente a far calare serissime ombre sulle conclusioni di tale studio?
2 – il fatto che così tanti scienziati siano in conflitto d’interesse non genera sospetto?
3 – l’istituto Ramazzini lo vedo criticato solo perché ha usato un metodo irrituale (saltando la peer review), sia pure su un aspetto importante. Ma non è un po’ poco per dire che i suoi risultati sono inattendibili?
4 – l’argomentazione del Ramazzini riguardo all’età iniziale e finale delle cavie mi pareva molto seria. La si contesta?
In definitiva, le critiche a Report arrivano solo alla conclusione che “non esistono prove che l’aspertame faccia male alla salute”. Però il gioco è proprio a considerare le prove non convincenti. E se a dirlo sono gli “esperti” pagati dalle aziende produttrici ed utilizzatrici, il dubbio è legittimo
Saluti
ama
Aspartame e sorbitolo, sappiamo da anni essere nocivi, ma perchè non passare al fruttosio? Mi sembra talmente banale, come conseguenza.
dabon
Il suo articolo è palesemente insinuante e inconcludente.
Cito solo alcuni punti:
è vero che ci sono molti studi contrastanti sull’aspartame, ma è anche vero che la maggior parte di quelli “rassicuranti” sono finanziati dall’industria, mentre la maggior parte di quelli “preoccupanti” sono studi di ricercatori indipendenti. Il caso della dott.ssa Magnusson che lei cita conferma questa evidenza. La Magnusson è la “voce scientifica” di CocaCola.
basta fare una piccola ricerca:
http://www.beverageinstitute.org/en_us/pages/expert-straight-facts-on-aspartame-and-health.html
Non ha senso, come lei fa, citare FDA e EFSA come voci autorevoli: il servizio intero dimostra come dietro a queste agenzie ci siano Lobby e interessi che guardano agli interessi economici più che alla tutela della salute pubblica. (si riveda il servizio). Questo è dimostrato anche dalla storia della “travagliata approvazione” dell’aspartame negli USA, che è avvenuta nel momento in cui Reagan è diventato presidente (e il noto onest’uomo Donald Rumsfeld era a capo della Searle… sì guardi proprio lo stesso Rumsfeld che aveva le prove delle Armi di distruzione di massa in Iraq, insomma uno di cui ci si può fidare)
Non so se l’acqua ha una dose consigliata, fatto sta che l’aspartame, come molti additivi, ha una dose massima AMMISSIBILE non consigliata. Questo a dimostrazione che sopra una certa dose è pericoloso. Il modo in cui poi questa dose è stata decisa è spiegato nel servizio.
Si ricorda proprio male quando dice che gli studi del Ramazini non furono pubblicati su riviste scientifiche ma comunicati in conferenze stampa. Un giornalista serio non va a memoria, si documenta.
Capisco che le faccia piacere sparare su Report, sarà livore, sarà presunzione di anticonformismo, ma se proprio lo deve fare non si renda ridicolo.
Il punto di fondo è: il principo di precauzione che scegliamo. Io credo che la precauzione da usare sia: finchè non mi dimostri che un prodotto non è nocivo SENZA OMBRA DI DUBBIO, quel prodotto non va sul mercato. Oggi invece il ragionamento prevalente è: il prodotto va sul mercato finchè qualcuno non dimostra senza ombra di dubbio che è nocivo. Vale per l’aspartame, i cellulari, gli additivi in genere, gli ogm, i pesticidi ecc…
Ulrike
Bell’articolo!
Sulla formaldeide (nei vaccini) ho scritto un’articolo che pubblicherò fra pochi giorni nel mio blog “Vaccinar…SI!” http://vaccinarsi.blogspot.com/
Alessandro
Scusate ma forse non vi é chiara una cosa:
L’aspartame nel corpo umano viene scisso in tre componenti una di queste é alcool metilico (o meglio metanolo).
Non vi ricorda niente??
Il vino killer al metanolo?
E’ uno scandalo che abbiano permesso di approvare una sostanza che fa molto male senza curare qualche malattia.
Ognuno é libero di fare quello che vuole io ne sto alla larga.
Il problema poi é in quei paesi in cui non vige l’obbligo della dichiarazione degli ingredienti!
Il mondo non finirá con l’aspartame ma se per questo nemmeno gli tsunami l’hanno fatto finire, ma se permettete io preferisco evitarli
pifo
Allora, se ci si va a rileggere per benino la controversia sull’Aspartame riepilogata su:
http://en.wikipedia.org/wiki/Aspartame_controversy#cite_note-69
si scopre che non e’ assolutamente vero, come sostiene Menietti, che il Ramazzini non abbia sottoposto i suoi lavori a revisione peer-review.
Gli studi del Ramazzini sono stati certamenti criticati e confutati su alcune riviste e soprattutto dagli Scientific Panel della EFSA, della FDA, della Health Canada e della commissione del Governo Inglese sulla cancerogenicità’ degli additivi ma a loro volta erano stati pubblicati tra 2006 e 2007 su:
Annuals of NY Academy of Science (pubblicato dalla Wiley) e su Enviromental Health Perspectives, rivista edita a peer-review del National Istitute of Enviromental Healt Science.
Nel 2007 un gruppo di esperti del CSPI aveva pubblicato su International journal of occupational and environmental health e su Science un invito alla FSA a riconsiderare il lavoro del Ramazzini.
Questo per ribadire che si possono discutere e confutare metodologia e conclusioni ma non mettere in dubbio la rispettabilita’ scientifica dell’Istituto e la sua “ortodossia”.
Saluti.
emanuele menietti
non ho scritto che gli studi del ramazzini non furono sottoposti a peer-review, ho scritto citando a memoria che i risultati furono presentati in una conferenza stampa prima che fossero pubblicati con quel sistema. grazie, ciao.
crice
Ben vengano i programmi chiarificatori o comunque che generino delle discussioni.
Secondo lei, dovremmo essere tutti sempre all’ oscuro di tutto ?
o per capirci qualcosa sfogliare riviste scientifiche incomprensibili ?
La ricerca deve essere finanziata e controllata da organismi pubblici apolitici e non dalle stesse industrie.
E’ ovvio che ricercatori e scienziati lavorino con l’ industria per campare, ma automaticamente sono di parte, come francamente lei mi sembra.
non cordiali saluti da un povero cittadino sempre più incazzato
Ulrike
Questo articolo sull’aspartame è molto interessante:
http://www.adaevidencelibrary.com/topic.cfm?cat=4089&auth=1
GFS
“Nella puntata si è anche sostenuto che dovrebbero essere le autorità come la FDA e la EFSA a indicare alle aziende centri di ricerca affidabili per verificare la potenziale pericolosità delle nuove sostanze, evitando così il meccanismo per cui sono le società a occuparsi di far realizzare gli studi da presentare agli organismi di controllo. Non è però chiaro perché un sistema simile dovrebbe offrire più garanzie. ”
Come può una ricerca svolta da un centro di ricerca di fiducia di una multinazionale essere attendibile quanto quello svolto da un centro di ricerca indipendente?
Come si fa a ignorare un conflitto di interessi di tali dimensioni?
A me l’articolo è parso più tendenzioso dell’inchiesta di report, che, nonostante le possibili imprecisioni, ha il merito di indurre una maggiore consapevolezza nel consumatore.
GFS
Per avere una cronologia riguardante l’introduzione dell’aspartame sul mercato, può essere utile consultare questo sito:
http://www.rense.com/general33/legal.htm
pifo
Menietti,
sono d’accordo: quel “saltando”, unito al successivo “precedente”, puo’ essere interpretato come un “anticipando”.
E sono anche d’accordo nel giudicare “inopportuna” la pratica che si sta diffondendo in certi ambienti di anticipare i risultati “sensazionali” di un certo lavoro alla stampa prima che esso sia stato sviscerato e passato al vaglio dalla comunità.
Pero’ , poiche’ i lavori pubblicati dal Ramazzini sull’argomento sono stati almeno 3, Lei “non si e’ preoccupato” di verificare come sono andate le cose dopo la conferenza stampa (in realta’ anche quei risultati vennero pubblicati nel 2005 su una “rivistina” della Societa’ Italiana Tumori, L’European Journal of Oncology) lasciando aperto un “buco nero” nel quale si sono infilati tutti i commenti dei “moralisti del metodo”, quando invece si potrebbe affermare che se i risultati Ramazzini sono divenuti “discutibili e opinabili” e’ proprio perche’ l’Istituto si e’ completamente allineato alle procedure ortodosse della pubblicazione.
E’ difficile, anche per un giornalista professionista, seguire e poter riferire l’evoluzione di un dibattito scientifico sulla letteratura specialistica. E’ impossibile e forse anche ingiusto pretendere dalla stampa altissimi gradi di precisione.
La formazione di una opinione e la ideazione di una strategia per la sopravvivenza pero’ sono processi che spesso non necessitano di questi alti gradi di precisione, di verita’ scientifiche conclamate ma, assai piu’ modestamente, di nozioni empiriche, di capacita’ di astrazione e di estrapolazione e di elementari principi di cautela.
Se l’Homo Sapiens Sapiens e’ riuscito a “sopravvivere” per almeno 200.000 anni prima dell’avvento del “metodo” vuol dire che non era poi cosi’ “Stultus Stultus”.
Tra 100 anni l’uomo della strada sapra’ che l’Aspartame e’ totalmente innocuo, si sara’ perso “qualcosa” se ne avra’ consumato un po’ meno oggi?
Io credo che in questa ottica la trasmissione di Report, nonostante il suo grado di approssimazione, abbia svolto un buon servizio di informazione.
Saluti.
gpc
La cosa veramente preoccupante è che oggi nelle nostre società cosidette evolute se fai del terrorismo alimentare ottieni un successo enorme , se dici che cose come stanno e con buosenso nessuno ti ascolta . Temo che in numero degli ipocondriaci sia in aumento con progressione geometrica . I veri problemi per cui lottare sono altri .
Ad esempio la mancanza di cibo per miliardi di persone altro che aspartame !!!!
Arturo
Ciò che non capisco in questa faccenda è tutto questo desiderio di improvvisarsi reviewer da parte del primo venuto. E’ così difficile telefonare a un paio di professori italiani di buone credenziali e intervistarli?
Ulrike
Ho appena pubblicato il mio articolo sulla formaldeide nei vaccini:
http://vaccinarsi.blogspot.it/2012/05/la-formaldeide-nei-vaccini.html
stefano
Che significa “in dosi ragionevoli”? Ragionevoli è un’unità di misura? Quanto pesa la dose ragionevole? Quanti millilitri o milligrammi? Se c’è un minimo rischio io vorrei che qualcuno me lo dicesse. Se loconosci lo eviti. Tu, Emanuele Menietti, da che parte sei? Hai mai parlato di aspartame? Milena Gabbanelli lo ha fatto
akiro
@cervelletto –
>@akiro “10 caramelle, 4 merendine e 2 bibite sembrano veramente
>tante??”
>si,sono fottutamente tante:se tu fossi genitore e lasceresti
>mangiare tutta questa merda ai tuoi figli,proporrei l’affidamento
Benissimo, io ci sto.
Attento solo che se cambiamo 2 merendine con 2 yogurt, qualche caramella con un po’ di farmaci per l’asma, una bevanda gassata con del thè alla pesca. Un gelato dopo cena siamo al punto di prima ed il “cibo spazzatura” è diminuito.
Nemmeno l’Eternit fa male se ce l’ha sui tetti solo un cittadino di Caronno Pertusella, ma se ad averlo sono in 50, 100, 1000 compaesani?
Aspartame scientificamente dimostrato essere cancerogeno
[…] […]
roberto florean
Per l’EFSA il limite è di 40 milligrammi per chilogrammo, per la FDA la soglia è più alta e pari a 50 milligrammi per chilogrammo.
Considerando che l’impiego dello aspartame nei prodotti medicinali e dietetici e’ quasi totale, una persona affetta da particolari patologie, quali diabete o obesità, risulta essere seriamente a rischio. Va considerato anche l’eventuale accumulo di tali sostanze nello organismo. L’aspartame e’ presente nella quasi totalità di prodotti sugar-free. Perche’ vennero comprate dei dipendenti della FDA da parte della Searle. Delle quali si parla in Report ma che qui non hai menzionato.
Il discorso che hai fatto lo potrei accettare se tali studi mettessero in risalto controindicazioni relative ad un farmaco con comprovata efficacia, non per un semplice edulcorante del quale possiamo fare tranquillamente a meno.
Mario Giacompolli
Non sono competente in materia di aspartame, per questo leggo, ascolto e cerco di capire. La invito a fare altrettanto, anche se lei dovesse essere esperto in materia, perchè la FDA, benchè abbia al suo interno tanti esperti competenti, sembra essere assai mal diretta, e troppo sensibile alle pressioni delle lobby dei grandi gruppi e alle pressioni del potere politico.
Se sa l’inglese le consiglio di collegarsi al sito:
http://www.biointegrity.org/ext-summary.html
e a dare eventualmente un’occhiata alla home page del sito stesso, dove tra l’altro potrà leggere la conclusione della causa legale intentata contro la FDA, di cui riporto qui sotto le ultime frasi:
“On balance, our lawsuit accomplished a lot by exposing the FDA’s fraud and revealing the unsoundness of its policy and the irresponsibility of its behavior. Even though we failed to overturn the FDA’s policy, the court’s ruling refutes the standard claims of the biotech industry about the rigor of FDA oversight and the proven safety of its own products. It gives the FDA nothing to be proud of nor does it give the biotech industry anything to brag about. But it does give all consumers something to be very concerned about.”
La causa è del 1998 e la conclusione è del 2003
saluti
mg
roberto cerini
Caro Signore,
mi rivolgo all’autore dell’articolo sull’aspartame e contro l’affidabilità delle fonti del reportage di Report. Il suo modo di fare informazione somiglia molto ai sistemi scientifici di cui si parla nello stesso articolo, quelli che difendono e stanno dalla parte delle lobbyes che fino a prova contraria non sono proprio il massimo della correttezza e che come obiettivo principale devono fatturare quattrini per sopravvivere. Vogliamo essere ragionevoli oppure girare a vuoto con argomentazioni per nulla scientifiche? Si, scientifiche, ma per scientifico intendo quello che realmente i ricercatori non asserviti all’industria studiano come servizio pubblico a difesa dei diritti dei consumatori che non possono essere annoverati tra gli Einstein o Darwin per poter difendere la propria salute. La FDA che cita ripetutamente usa metodi di ricerca piuttosto criticabili considerando che nessuno può giudicarne l’attendibilità o meno, e il fatto che sia un organo riconosciuto non significa che questi siano appunto attendibili. Lei sa meglio di me che l’industria non può essere giudice di se stessa, direttamente o indirettamente, soprattutto perché dobbiamo non dimenticarci che lo stato (la classe dirigente) e l’industria stessa sono quasi sempre la medesima entità. Si informi su come la FDA decide se un farmaco è efficace e il suo utilizzo “sicuro” e poi mi dirà se rispecchia l’etica ed il criterio scientifico per cui nella facoltà di medicina di tutte le università del mondo, si giura fedeltà (giuramento di Ippocrate). Il suo ragionamento mi è sembrato a dir poco labirintico: non servono tante parole per esprimere chiarezza quanto fatti e dimostrazioni “pratiche”, quelle che a chi si occupa di alzare i fatturati non piace mettere a conoscenza di tutti noi che siamo considerati prodotto da macello. Se le sembra un po forte come affermazione vuol dire che io mi sbaglio e loro hanno ragione. Io ci tengo alla mia pelle e a quella del mio prossimo, lei invece riduce lo scetticismo (per altro di diritto) a folli ipotesi di complottismo come solitamente usano fare i benpensanti quando vogliono screditare chi, secondo loro, è sempre contro. Lei è liberissimo di farci anche i tuffi nell’aspartame, ma lasci che chi patisce i soprusi di queste lobbyes abbia almeno il diritto di criticarne il comportamento e di informare chi non ne è a conoscenza. E’ un diritto fondamentale per chi crede che la democrazia serva a far rispettare i diritti dell’intera umanità.
Scientificast #17 - Dolce come l'aspartame, salato come le pubblicazioni
[…] alcuni pareri molto interessanti sul blog di Dario Bressanini tratto dal Fatto Quotidiano e sul blog di Emanuele Menietti. Cerchiamo di parlarne e fare un po’ di chiarezza. Certo è che Report, quando parla di […]
Giorgio
Riguardo la famosa conferenza stampa sullo studio del Ramazzini sull’aspartame, forse è il caso che il signor Menietti s’informi un pochino di più, invece di credere subito a giornali e riviste (tipo Forbes, tanto per intenderci), che hanno tutta convenienza a sparare sulla ricerca indipendente.
Ecco la presentazione originale di tale conferenza:
“Il Presidente del Consiglio Comunale di Firenze e la rivista l’Ecologist Italiano invitano la signoria Vostra ad intervenire alla conferenza stampa su:
Prima Dimostrazione degli Effetti Cancerogeni Multipotenti dell’Aspartame: in stampa nella rivista scientifica Environmental Health Perspectives
La cancerogenicità dell’aspartame, un dolcificante artificiale molto diffuso, è stata studiata nei laboratori sperimentali del Centro di Ricerca sul Cancro della Fondazione Europea di Oncologia e Scienze Ambientali “B. Ramazzini” di Bologna.
L’articolo su “Prima dimostrazione degli effetti cancerogeni multipotenti dell’aspartame somministrato nel cibo a ratti Sprague-Dawley” è stato accettato per pubblicazione questa settimana dalla rivista scientifica peer-reviewed “Environmental Health Perspectives” (EHP).
Lo studio dimostra che l’aspartame, somministrato a vari dosaggi nel cibo, causa un aumento statisticamente significativo di linfomi-leucemie e tumori maligni del rene nei ratti femmine e tumori maligni dei nervi periferici nei ratti maschi.
EHP è pubblicato dal National Institute of Environmental Health Sciences che fa parte del Dipartimento di Sanità del governo USA. EHP, una rivista di libero accesso, è classificata tra le prime due riviste scientifiche nel settore delle scienze ambientali e fra le prime cinque di sanità pubblica. L’articolo è disponibile gratuitamente online http://ehp.niehs.nih.gov/docs/2005/8711/abstract.html
La conferenza stampa si terrà giovedì, 24 NOVEMBRE 2005 alle ore 11.30 presso la Sala Incontri di Palazzo Vecchio, Comune di Firenze.”
Studio accettato da EHP… mica pizza e fichi!
rosario ortu
sta di fatto che dopo anni di ricerche l’aspartame continua ad essere usato…chiediamoci perche’.l’unica soluzione e'” prevenire e’ meglio che curare”,una veloce lettura dei componenti di una bevanda o di un chewing gum ci permettera’ di lasciarle sul bancone optando per un prodotto piu’ sicuro.
alberto
Io consiglio di vedere la puntata intera:
http://www.youtube.com/watch?v=SzTmxxf3LwY
Marcellino Manzato
Sembra che lei, caro signore, abbia una gran smania di asserire che l’aspartame è cosa buona. Perchè lo fa? Ha qualche interesse personale in questo ambito? Mi sembra che ci siano ampie ragioni per avere dei dubbi riguardo all’aspartame.
Davide
Personalmente come Tecnologo Alimentare non mi azzarderei ad utilizzare una molecola per produrre alimenti o medicinali senza aver fatto i test e le analisi di cancerogenicità in merito appunto all’aspartame. La coca-cola invece è partita a gonfie vele ad utilizzarlo senza fare accertamenti. Purtroppo la logica del profitto viene prima della salute umana.
QUIRRA, LA SARAS, LA SCIENZA DI PINOCCHIO E QUELLA DELL’IGNORANTE | Il blogghino di Gabriele Ainis
[…] caso di Quirra a PresaDiretta (ma anche l’aspartame di Gabanelli!) è emblematico in tal senso. Si mostrano gli agnelli deformi, si intervista un […]
Giacomo Eldorado
Pare che ci siano due linee di pensiero, una pro e una contro! Bene poco importa. Per favore mi fate una lista di tutte quelle società che usano dolcificanti sintentici per vendere le loro merendine, bibite, caramelle o quant’altro perchè, nemmeno per sbaglio vorrei mettere, vorrei mettere in bocca un tale prodotto, aldilà del limite consigliato.
Il limite consigliato è bene che lo usi colui che è favorevole.
Edulcoranti sintetici: come mi sono disintossicato dagli zuccheri semplici | Capitan Giordano
[…] parte c’è chi condanna il terrorismo alimentare fatto ai danni di questo prodotto (links 8 e 9), dall’altra c’è chi invita alla cautela e ad evitarne […]