Dopo tanti annunci e poca sostanza, il 24 novembre scorso le Ferrovie dello Stato hanno annunciato [pdf] l’arrivo dei nuovi allestimenti per i Frecciarossa, i treni ad alta velocità che percorrono la tratta Torino – Milano – Bologna – Firenze – Napoli. I nuovi treni non hanno più la divisione tra prima e seconda classe, ma un sistema più differenziato che prevede quattro possibili livelli di servizio – Executive, Premium, Business e Standard – con altrettante tariffe. Il nuovo sistema per ora è operativo su pochissimi treni e per non più di quattro viaggi al giorno tra Milano e Napoli, eppure negli ultimi giorni se ne è tornato a parlare in seguito a un articolo sul Corriere della Sera. Il pezzo, intitolato “Frecciarossa, vagoni bloccati se viaggi in economica”, riprende a scoppio ritardato le lamentele delle associazioni dei consumatori, che contestano alle Ferrovie la scelta di aver precluso il vagone ristorante a chi viaggia nella classe standard.
La limitazione era in realtà nota già da tempo e basta andare sul sito delle FS per leggere che «ai clienti del livello Standard non è consentito l’accesso alle carrozze Premium, Business ed Executive» e di conseguenza al vagone ristorante. Chi compra la tariffa più bassa può solo stare nei quattro vagoni della Standard e usufruire di un servizio con carrellino bar, che offre caffè, altre bevande calde e oggetti non meglio identificati al gusto di panino e brioche. Quelli delle Ferrovie dicono di aver scelto la compartimentazione per questioni di marketing e per offrire un servizio di qualità a tutti.
Ci saranno sicuramente buone ragioni di marketing, ma come aveva spiegato candidamente l’amministratore delegato di FS, Mauro Moretti, in una recente intervista in TV, ci sono anche altri motivi. Alcuni passeggeri della seconda (ora Standard), come avviene da tempo immemore dall’invenzione della ferrovia, preferivano trascorrere buona parte del viaggio nella carrozza bar – ristorante dove gli spazi sono un poco più confortevoli dei sedili molto ravvicinati nella classe più bassa. Se ne stavano lì, spiegava Moretti, senza nemmeno una consumazione e sottraendo il posto a chi magari al bar voleva sul serio andarci per un cappuccino e un cornetto. Inoltre, la stessa carrozza veniva occupata anche dai passeggeri con biglietto in abbonamento e che non hanno quindi il posto a sedere garantito sul treno. Da qui la decisione di sigillare la Standard per evitare spiacevoli emorragie di passeggeri verso la carrozza bar – ristorante.
In linea di principio le motivazioni portate da Moretti sono anche comprensibili, ma dalla decisione di escludere la Standard emerge una certa miopia manageriale. La chiusura esclude la possibilità che qualcuno tra i 400 passeggeri in Standard decida di andarsi a comprare qualcosa di più di un caffè dal carrellino, con evidenti introiti in meno per la carrozza bar – ristorante. Impedisce, inoltre, a chi sta nella classe più bassa di transitare per le altre classi e di vedere quindi in prima persona quali servizi in più offrono e di che tipo. E, sempre su 400 persone, qualcuna alla fine potrebbe decidere di fare il viaggio successivo in una classe più alta, portafoglio permettendo.
A queste ragioni se ne aggiunge poi una pratica. Mettiamo che Paperoga con il suo biglietto Standard arrivi trafelato in ritardo in stazione. Il Frecciarossa è già al binario e per prenderlo al volo Paperoga sale dal lato delle classi più alte. Come cavolo fa a raggiungere la Standard? Resta imprigionato nei disimpegni dei vagoni? Trova un buttafuori al limitare della carrozza bar – ristortante che lo accompagna al di là, avendo cura che non si faccia attrarre da uno dei panini esposti? Ha un limite di tempo entro il quale spostarsi nella Standard? E il bar non dovrebbe essere per sua definizione un luogo pubblico liberamente accessibile?
E infine c’è ancora una cosa che proprio non riesco a capire. Sempre nella famosa intervista televisiva, Moretti difese la scelta della compartimentazione ricordando che la carrozza ristorante costa alle Ferrovie un sacco di soldi e, a conti fatti, che ci farebbero molti più ricavi se venisse sostituita da un’altra carrozza passeggeri. E allora perché non farlo? Perché non eliminare il ristorante e lasciare un servizio ai posti come farà anche NTV, la compagnia di Montezemolo che prima o poi dovrebbe partire con i suoi primi treni alta velocità? Se in questo modo si risparmiano risorse, si monetizzano di più i viaggi e si evitano sigilli alle porte, ci guadagnano tutti. E dovrebbe essere questo il lavoro di Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie.