Questa è la homepage del sito di Repubblica qualche ora dopo la morte di Steve Jobs, giovedì scorso. Avevo pensato di farne un’analisi, ma alla fine mi sono reso conto che, con soggetti diversi, valgono le cose che avevo scritto tempo fa per i fatti di Utøya. Già.
(Come ho scritto altre volte, non ce l’ho con Repubblica in particolare – il Corriere a un certo punto titolava “Lo spietato pifferaio magico” – ma con un problema più generale che interessa un certo tic nel fare i titoli sui giornali italiani.)
Francesco P.
Complimenti per le analisi, ho aperto anche i link e da tempo non trovavo letture tanto interessanti.
Le propongo (magari lo ha già fatto) un’analisi sull’uso della parola “shock” che, ormai, nei titoli giornalistici è diventata aggettivo qualificativo da usare in ogni circostanza.
Francesca
Quanto mi dispiace, valeva la pena di fare un’analisi.
Qui si tratta di inspiegabili fenomeni di massa, come il funerale di Lady D., quello di Giovanni Paolo II…
Perché la gente non fa che ringraziare Jobs, dire che è triste, osannarlo per le sue ‘frasi celebri’, ecc.?