Una volta, da bambino, fui portato dalle parti di Novara in un parco zoologico che cercava di imitare i safari africani. Invece di girare tra le diverse gabbie come negli altri zoo, dovevi seguire un percorso restandotene ben chiuso nella tua automobile senza dare troppa confidenza agli animali, che comunque non si curavano molto del tuo passaggio su ruote. Al massimo si avvicinava qualche emù, picchiettava svogliato il becco su un finestrino e poi si allontanava.
Due grandi cancelli in stile Jurassic Park erano l’accesso all’area in cui vivevano i grandi felini, isolati dagli altri animali per ovvie ragioni. Ricordo un gruppo di leoni che se ne stavano tranquilli all’ombra a riposare. Credo che i responsabili del parco non lesinassero sul cibo per lasciarli con la pancia piena e renderli innocui. Quei leoni immobili così impigriti da non muovere nemmeno la coda mi hanno ricordato per qualche giorno Lion, il nuovo sistema operativo di Apple.
Uso il successore di Snow Leopard, altro felino che però non c’era al parco zoologico, da quando è uscito lo scorso luglio e dopo più di un mese ammetto di non essere rimasto molto soddisfatto. L’ho installato su un MacBook Pro del 2010 (2.4 GHz Intel Core 2 Duo con 4 GB di memoria, per gli impallinati) che uso per almeno una decina di ore al giorno per lavorare, navigare, fare un minimo di photo editing, vedere video, ascoltare musica e compagnia bella. Dopo aver installato Lion faceva sostanzialmente tutte le cose che faceva prima, solo che ci metteva il doppio del tempo.
Ci metteva di più ad avviarsi da spento, complice il fatto che se vuoi puoi scegliere di fargli riaprire tutti i programmi che stavi usando prima di spegnerlo, e faceva partire con più lentezza le applicazioni. Anche la navigazione tra file e cartelle era diventata un patimento: accesso e anteprime dei documenti lentissimi. Pareva un leone impagliato.
Dopo qualche settimana ho deciso di controllare sui forum di assistenza come se la passavano gli altri là fuori con Lion e ho notato che c’erano centinaia di discussioni sulla lentezze del sistema operativo. Tra le soluzioni, diverse molto creative, ce n’era una relativamente semplice e da scoperta dell’acqua calda, che ho deciso di provare e che scrivo anche qui per chi avesse riscontrato problemi simili.
Devi spegnere il Mac. Poi schiacci il pulsante di accensione e insieme il tasto “Alt”, dopo un po’ compare una schermata e dici di voler usare l’altro disco non il solito “Macintosh HD”. Una nuova schermata ti chiede che cosa vuoi fare, tu scegli “Utility Disco” e poi “Ripara Disco” e successivamente “Ripara permessi del disco”. Quando hai finito, riavvii il Mac e aspetti che il sistema operativo rindicizzi i file prima di aprire i programmi (per scoprire se lo sta facendo basta guardare l’icona della lente d’ingrandimento in alto a destra, se ha un puntino dentro vuol dire che è al lavoro per indicizzare i tuoi file). Ed è fatta.
Nel mio caso “Utility Disco” ha trovato diversi errori e dopo averli riparati le cose sono migliorate. Avevo già fatto qualcosa di simile prima, ma usando “Utility Disco” direttamente dal sistema operativo e non aveva dato grandi risultati. Non è detto che questa soluzione funzioni per tutti, inoltre richiede tempo per realizzarla, cosa che nel mio caso ha fatto un po’ da deterrente per tentarla prima.
Il leone ora si alza dall’ombra sotto l’albero e riesce anche a fare qualche corsetta, ma non è diventato una scheggia come sembra essere su altri sistemi. Parte della colpa è di alcuni programmi che non sono del tutto compatibili con Lion e che si meriterebbero un aggiornamento, che non dipende certo da Apple.
Lentezza e velocità a parte, il problema di fondo è che da quando uso Lion non c’è stata una sola volta in cui abbia fatto “uao” per una funzionalità che prima non c’era in Snow Leopard. Sì, la possibilità di usare i programmi a tutto schermo è molto utile per esempio con iPhoto o iMovie, ma non ti cambia la vita. Launchpad, il sistema per far comparire l’elenco di applicazioni che hai sul computer come su un iPad non l’ho mai usato, faccio prima a usare Spotlight. Mission Control, che dovrebbe aiutarti a organizzare più desktop virtuali, non lo uso quasi mai perché diventa un avanti e indietro continuo tra scrivanie virtuali se hai la necessità di usare in contemporanea più programmi.
Con un po’ di disciplina ho migliorato l’uso dei gesti del multi-touch, compreso lo scrolling al contrario rispetto a prima, ma il fatto che non si possano più usare tre dita per andare avanti e indietro su Chrome è un grande punto a demerito. (E qui è colpa di Google che ci sta mettendo secoli ad aggiornare il browser perché abbia un comando – ora con due dita – come su Safari.) Il sistema per andare indietro nel tempo nelle versioni precedenti dei documenti è una buona cosa, e l’autosalvataggio migliorato mi ha già tolto dai guai un paio di volte quando stai per imprecare temendo di aver perso quattro paragrafi di un articolo. AirDrop, per mandare i file via WiFi, è molto comodo, anche se per ora conosco una sola altra persona che usa Lion e questo limita il suo utilizzo.
Ma, come scrivevo, niente “uao”. Forse i felini che sono venuti prima mi hanno abituato male.
barbamauro
beh, come i felini nostrani sembra essere un buon “ciaparàt”!
Geffe
Ciao, quel parco safari sta a Pombia. Lo so bene perché ogni estate ci porto bambini delle elementari. Vabbè, ciao.