In queste ore gli Stati Uniti sono alle prese con Irene, l’enorme uragano che sta risalendo la East Coast, portando piogge e vento molto intensi tra la Carolina del Sud e il New England. La perturbazione viene seguita minuto per minuto dalle principali emittenti televisive statunitensi, che cercano di raccontare gli effetti dell’uragano lungo la costa con ore e ore di diretta.
Per rendere più viva e avvincente la narrazione giornalistica, le reti all news hanno anche sparpagliato un buon numero di giornalisti poveri cristi nei luoghi in cui Irene si sta accanendo con tempeste e fortunali. Avvolti nelle loro mantelline e nei loro giubbotti con cappuccio, spiegano come vanno le cose mentre il vento gli sputa in faccia la pioggia. Saltano fuori reportage degnissimi di nota, che seguono più o meno questo schema: incomprensibile, vento, vento, si tiene il cappuccio, “qui piove molto e il vento”, incomprensibile, vento, scrosci, incomprensibile, immagine ferma per qualche secondo, “il tetto di quella casa ha perso”, incomprensibile, “e le onde si sono”, incomprensibile, viene spostato dal vento, sparisce dall’inquadratura, vento, vento, incomprensibile fuoricampo, ricompare ma ha perso il taccuino, incomprensibile, “a dopo”, pubblicità.
Poi però ci sono le eccezioni sotto forma di buontemponi dell’uragano, come ha sperimentato un tizio del Weather Channel.
francesca
le solite… eccezioni!
lucap
devo dire che fino a che ho avuto corrente a casa non ho fatto altro che guardare quelle dirette, avevano un che di ipnotico