«Ne scriviamo uno insieme?»
Quando mio padre mi chiese di scrivere un libro con lui stava vuotando la lavastoviglie. In mano un paio di piatti, in mente l’idea per un nuovo libro e già il titolo di qualche capitolo, forse. Lo guardai sorpreso, avevo da poco consegnato la tesi e l’idea di rimettermi a fare ricerche e scrivere non mi esaltava, così esitai a rispondere.
«Allora, che ne dici?»
Era arrivato il turno delle forchette e dei cucchiai, intanto. Ricordo di essermi seduto sul tavolo, aggrappato sul bordo, e di avergli chiesto se fosse sicuro di volerlo fare con me. Gli ricordai che di libri ne aveva già scritti tanti, che scriverne uno in due non è semplice, tanto più se uno dei due è tuo figlio e se l’altro è tuo padre, che ci sarebbe voluto tempo e chi lo sa dove sarei stato da lì a qualche mese. Posò un mestolo, poi si girò e mi sorrise.
Il Risorgimento nelle vie di Torino è nato così, nella cucina di casa in un giorno di primavera di qualche anno fa. È cresciuto nelle biblioteche di mezzo Piemonte, nello studio di mio padre, su qualche taccuino, su un paio di computer, sui treni tra Torino e Milano e nelle lunghe passeggiate sotto i portici della città.
Il libro è uscito verso la fine dello scorso anno, può essere acquistato in libreria o sul sito dell’editore, o su IBS o su Feltrinelli o su qualche altra libreria online, e sta arrivando alla prima ristampa. Oggi, insieme a Piergiuseppe, che è mio padre, lo presento alla FNAC di via Roma alle 18.00.