Sessantacinque anni fa, proprio in questi giorni, il mondo veniva a conoscenza dei due terrificanti bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, i primi realizzati con armi atomiche. A poche ore dalla loro distruzione, i giapponesi iniziarono a riprendere le città per documentare la devastazione portata dall’atomica.
Quando le truppe statunitensi giunsero sui luoghi dei bombardamenti arrestarono gli operatori e confiscarono le pellicole girate nei giorni precedenti. Inizialmente, gli alti comandi militari non volevano che la devastazione delle due città ricevesse troppa pubblicità, ma cambiarono presto idea e decisero di produrre loro stessi il documentario a patto di poter poi conservare tutto il girato e i negativi.
Terminate le riprese, alla casa di produzione giapponese che aveva provveduto alle riprese fu ordinato di impacchettare tutto il materiale e di inviarlo negli Stati Uniti. Alcuni spezzoni del documentario furono conservati clandestinamente in un controsoffitto dello studio cinematografico, mentre il resto delle pellicole fu consegnato agli americani.
Negli Stati Uniti il documentarista dell’esercito Daniel McGovern, che aveva seguito le riprese in Giappone, cercò di organizzare alcune proiezioni del documentario per la stampa, ma gli ufficiali gli impedirono di mettere in atto i suoi piani. McGovern fece in tempo a realizzare una copia del filmato e a nasconderla in una base americana nel midwest. Il documentario fu così ritrovato una ventina di anni dopo da un ricercatore universitario, grazie alla segnalazione di uno dei produttori della pellicola in Giappone.
Il documentario si apre con una lunga descrizione di Hiroshima prima del bombardamento e prosegue descrivendo gli effetti dell’atomica sul territorio e la popolazione. Le riprese di Hiroshima e Nagasaki a pochi giorni dalla distruzione contenute nel filmato sono una rarità, una rarità che per decenni le autorità statunitensi hanno preferito non venisse mostrata.