A quasi un anno dal terremoto che devastò l’Abruzzo, Zoro ha deciso di raccontare con un bel reportage la vita lassù tra le macerie e una ricostruzione che non sembra partire mai.
Osservando il filmato (qui la seconda parte) sono giunto a una prima grossolana conclusione: è un gran casino. L’Aquila al momento appare morta, una città fantasma nelle aree centrali così come in periferia. I permessi per rimettere in sesto gli edifici tardano ad arrivare, così chi ha una casa lievemente lesionata e la possibilità di rimetterla in sesto non può far partire i lavori e di conseguenza non può rianimare il capoluogo con la propria presenza.
Gli aquilani girano intorno alla loro città, alla domenica creano catene umane per spostare le macerie dai vicoli della zona rossa nel centro storico e non si danno per vinti. Il governo fino a ora ha pensato principalmente alle tanto discusse new town, la speranza di risvegliare L’Aquila è ancora affidata alla tempra dei suoi cittadini.
Pierbacco
E’ sicuramente così, tuttavia un funzionario della Protezione Civile mi ha informato che nelle strette vie del centro storico dell’Aquila i pericoli di crolli anche devastanti sono concreti. Questo impedirebbe un accesso sicuro a case che sono “solo” lesionate e riparabili con interventi limitati e renderebbe anche molto pericoloso il lavoro dei volontari che rimuovono le macerie.
La speranza sta in massicci investimenti per la messa in sicurezza e la successiva ricostruzione degli immobili. Sarebbe un errore fermarsi alle new town.
Pierbacco