Roberto Cota è il nuovo presidente della Regione Piemonte e, OK, ieri ho dimostrato di non averla presa benissimo. L’amarezza per la sconfitta di Mercedes Bresso rimane, ma a distanza di alcune ore dal fatal verdetto delle urne inizia a subentrare la rassegnazione. Un presidente leghista abbiamo e ce lo dobbiamo tenere per almeno cinque anni, salvo Giacobbo non abbia ragione e il mandato finisca prematuramente come il resto del mondo nel 2012. Se la prospettiva è questa, meglio Cota, ovviamente.
Il centrodestra ha già governato il Piemonte in passato e la Regione che diede i natali all’unità nazionale è rimasta in piedi. Enzo Ghigo (Forza Italia) portò a casa due mandati, governando dal 1995 al 2005, anno nel quale la provincia di Torino gli giocò un brutto scherzo elettorale facendo tramontare la possibilità di un terzo mandato. I cialtroni nel corso del decennio Ghigo in Regione non mancarono, ma non impedirono di preparare le Olimpiadi o di mantenere in piedi uno dei migliori sistemi sanitari della Penisola.
Nel corso del proprio mandato, Bresso ha ottenuto importanti risultati, ma forse è mancata la capacità di comunicare agli elettori quanto fatto in cinque anni di lavoro. Tra qualche anno, del periodo di governo della Bresso si ricorderà lo scandalo Soria, mentre in pochi ricorderanno la determinazione con la quale la Zarina si è battuta negli ultimi mesi per liberalizzare il sistema ferroviario regionale o per sostenere lavoratori e famiglie in difficoltà.
Intorpidito dalla crisi, il Piemonte non ha recepito pienamente i passi avanti realizzati dalla Bresso e ha di conseguenza faticato ad appassionarsi al lavoro e ai risultati ottenuti. La regione è in uno stato di torpore, l’arrivo di Cota potrebbe giovare al risveglio o al repentino infarto al suono della sveglia. Incrociamo le dita.