Poi pensai a tutti loro in gruppo che mi ficcavano in un dannato cimitero e via discorrendo, col mio nome sulla lapide e via discorrendo. In mezzo a tutti quei morti. Ragazzi, quando morite vi servono di tutto punto. Spero con tutta l’anima che quando morirò qualcuno avrà tanto buonsenso di scaraventarmi nel fiume o qualcosa del genere. Qualunque cosa, piuttosto che ficcarmi in un dannato cimitero. La gente che la domenica viene a mettervi un mazzo di fiori sulla pancia e tutte quelle cretinate. Chi li vuole i fiori, quando sei morto? Nessuno.
La vita è curiosa, la morte è beffarda. Nel gennaio del 2009 si spegneva dopo una lunga malattia Adriana Motti, la traduttrice del capolavoro The Catcher in the Rye di J. D. Salinger e di fatto l’autrice italiana del Giovane Holden, lavoro sopraffino di adattamento per ricostruire in italiano il complesso slang usato dal protagonista del romanzo. A distanza di un anno dalla sua scomparsa, ora tocca dare l’ultimo saluto anche all’autore primo dell’avventura di Holden.
Jerome David “J. D.” Salinger è mancato nella giornata di ieri, ad alcuni giorni di distanza dal suo 91esimo compleanno. Per onorare la memoria dello scrittore da poco scomparso, Charles McGrath ha scritto un bell’articolo sul New York Times, un coccodrillo probabilmente pronto nel cassetto già da qualche tempo. Nel raccontare la vita di Salinger, McGrath traccia alcuni parallelismi con la storia di Holden Caulfield e non trascura il progressivo desiderio di quiete e riservatezza che caratterizzò la vita dello scrittore dopo il suo trasferimento dalle parti di Cornish nel New Hampshire.
Di J. D. Salinger si avevano dunque poche notizie, ma saperlo in vita in un certo senso mi confortava. Era bello sapere che l’autore di quel romanzo, letto e riletto, calcava ancora le polverose terre di questo mondo, o l’impiantito della sua casa nel New Hampshire. Era bello per forza, altrimenti ora non avrei questo velo di malinconia addosso, ma non riuscivo a comprenderne il motivo fino in fondo. Poi mi è venuto in mente che la risposta me l’aveva già data Holden, molti anni or sono…
Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. Non succede spesso, però.