Mike Bongiorno è morto poche ore fa. Un poco americano e un poco torinese, Mike era qualcosa di più di un semplice amico mediale. Non c’era una sostanziale differenza tra il personaggio offerto dallo specchio sporco della realtà e ciò che Bongiorno era nella realtà. Ed era proprio questa uniformità della persona e del personaggio a renderlo amato da milioni di telespettatori, ma anche mal sopportato da quanti lo ritenevano pedante e incapace di trasmettere simpatia.
Sul fronte maggiormente intimo e personale, invece, la recente autobiografia La versione di Mike offre un ritratto completo e affascinante di un uomo che ha attraversato un conflitto mondiale, la prigionia, i difficili anni della ricostruzione e il successo mediatico mantenendo nello spirito l’imprinting del sogno americano. Un sogno realizzatosi qui, oltre l’oceano, in Italia.