Durante l’audizione preliminare del processo contro Radovan Karadžić, accusato di genocidio e considerato uno dei principali responsabili del massacro di Srebrenica, il giudice si è rivolto all’imputato con questa affermazione:
«Mr Karadzic, secondo il protocollo, la prossima udienza sarà fissata da qui a trenta giorni. Per lei andrebbe bene la data del 29 agosto o ha altri impegni?»
Passano pochi istanti e il giudice aggiunge:
«Le ricordo che sarà mantenuto in custodia qui all’Aja nel nostro carcere delle Nazioni Unite»
Quali “altri impegni” potrà mai avere un criminale di guerra appena estradato in un altro paese e trattenuto in carcere?
La risposta del poco collaborativo Karadzic supera, comunque, la singolare – seppur obbligatoria – domanda del giudice:
«Se non si tratta del 28 agosto per me va bene»
Che deve fare quest’uomo il 28?