Come segnalato già alcuni mesi fa, quello delle elezioni in Italia è un vero e proprio business. L’accesso ai rimborsi elettorali consente infatti ai partiti non solo di sopravvivere, ma in numerosi casi di prosperare con travasi di decine di milioni di Euro, partiti dalle nostre tasche e amabilmente intascati da chi ci rappresenta in Parlamento.
Alla luce delle ultime elezioni, e dei dati ormai ufficializzati, è probabilmente opportuno farsi venire per un momento il sangue amaro dando un’occhiata all’entità dei singoli rimborsi elettorali, con qualche altra piccola considerazione a latere che non guasta mai, ma che potete saltare a piè pari.
Tale suddivisione dimostra come essere virtuosi o meno non sia affatto dirimente nella politica italiana. Alleanza Nazionale, infatti, è uno dei pochi partiti italiani a chiudere i propri bilanci in attivo. Grazie a una struttura leggera, appena 43 dipendenti, e al contributo mensile di 560 Euro versato dai parlamentari, Alleanza Nazionale è riuscita a mantenere i conti a posto negli ultimi anni, mentre invece Forza Italia sembra non essere in grado di restare nel suo budget. Nel solo 2007, la fazione politica fondata da Silvio Berlusconi ha registrato 74,5 milioni di Euro di debiti (fonte Il Venerdì di Repubblica).
Notevole, infine, un confronto tra quanto il PDL ha speso per la campagna elettorale e quanto incasserà grazie al rimborso elettorale. Il partito del Cavaliere ha investito poco meno di 30 milioni di Euro per le ultime politiche e potrà dunque contare su un surplus di 130 milioni di rimborso elettorale. Meglio di una startup della Silicon Valley.
Il Partito Democratico, dal canto suo, incasserà circa 140 milioni di Euro di rimborso a fronte dei 20 milioni spesi per la campagna elettorale. La fazione di Veltroni ha dunque investito 1 per incassare 7, meglio di una partita particolarmente fortunata a poker. Inoltre, DS e Margherita, le due costole da cui è nato il PD, continueranno probabilmente ad esistere formalmente fino al 2011, così da incassare fino all’ultima rata del rimborso elettorale per le elezioni del 2006. Scelta che probabilmente seguiranno anche FI e AN, ammesso riescano a trovare la quadra per diventare partito unico nei primi mesi del 2009.
Le cifre saranno probabilmente tagliate del 10%, come proposto da alcuni parlamentari, ma la sostanza cambia di poco. Con l’attuale sistema, competere per le elezioni non significa solamente trovare il consenso per governare il Paese o fare l’opposizione, ma anche raggranellare un bel po’ di quattrini con i quali dare ossigeno al proprio partito e magari concedersi qualche vizietto di straforo, alla salute di chi volente o nolente finanzia questo mastodontico e asburgico meccanismo. Noi, naturalmente.