Quasi ogni anno leggiamo notizie su errori commessi dagli ispettori nella preparazione degli esami di maturità.
Nel 2007 la sfortuna di essere accompagnato da una traccia imprecisa toccò a Dante e alla sua Divina Commedia. In quell’occasione, sottoponendo ai candidati l’XI canto del Paradiso, fu attribuito al domenicano San Tommaso anche l’elogio di San Domenico di Guzman, contenuto invece nel XII canto attraverso il vescovo francescano Bonaventura di Bagnoregio. Un errore gravissimo per gli esperti della Commedia, che non esitarono a dichiarare i creatori della traccia dei “faciloni fuorvianti”.
Errore geografico nel 2005, anno in cui per uno strafalcione la cittadina di Urbino scomparve dalle Marche per ricomparire miracolosamente in Umbria. Sempre nello stesso esame di maturità, il testo di matematica per i licei scientifici indicava come “costante” una funzione definita, che in realtà non lo era.
Nel 2004 fu invece la volta del compito di Greco per i licei classici. Un termine “impazzito” assente nell’originale di un testo di Platone cambiava sensibilmente il senso della frase. Un errore simile a quello commesso nuovamente quest’anno.
L’anno precedente, nel 2001, nelle grinfie dello strafalcione da maturità ci finisce anche Eugen Berthold Friedrich Brecht. La frase tratta dalla Vita di Galileo: «Misi la mia sapienza a disposizione dei potenti» diviene inspiegabilmente «Misi la mia sapienza a disposizione dei sapienti», stravolgendo il senso.
1999, questa volta il problema è grafico e riguarda l’esame di matematica per i licei scientifici e così l’inizio della prova slitta in buona parte d’Italia di circa due ore. Anche nell’anno precedente, 1998, un grave errore nell’esame di matematica rende la vita difficile ai maturandi delle scuole magistrali. Il numero 900 diventa 9000, ma il ministero preferisce lasciar correre, invitando i commissari a tener conto dell’errore in sede di valutazione.