Quasi ogni anno leggiamo notizie su errori commessi dagli ispettori nella preparazione degli esami di maturità.
Dopo la débâcle nelle due prime prove scritte della maturità di quest’anno, il ministro Gelmini ha esonerato la persona che per 15 anni si è occupata principalmente del più temuto esame che ci sia: «Non era un errore, la traccia poteva avere qualche imprecisione ma non tale da compromettere lo svolgimento della prova da parte di oltre 30 mila studenti che hanno scelto questo tema» si discolpa la super ispettrice, incalzata in una intervista sul clamoroso errore in una delle tracce per il tema di italiano, in cui una poesia di Montale dedicata a un uomo è stata segnalata come indirizzata a una donna. Non era un errore, dice l’ispettrice. Boh.
Nel 2007 la sfortuna di essere accompagnato da una traccia imprecisa toccò a Dante e alla sua Divina Commedia. In quell’occasione, sottoponendo ai candidati l’XI canto del Paradiso, fu attribuito al domenicano San Tommaso anche l’elogio di San Domenico di Guzman, contenuto invece nel XII canto attraverso il vescovo francescano Bonaventura di Bagnoregio. Un errore gravissimo per gli esperti della Commedia, che non esitarono a dichiarare i creatori della traccia dei “faciloni fuorvianti”.
Errore geografico nel 2005, anno in cui per uno strafalcione la cittadina di Urbino scomparve dalle Marche per ricomparire miracolosamente in Umbria. Sempre nello stesso esame di maturità, il testo di matematica per i licei scientifici indicava come “costante” una funzione definita, che in realtà non lo era.
Nel 2004 fu invece la volta del compito di Greco per i licei classici. Un termine “impazzito” assente nell’originale di un testo di Platone cambiava sensibilmente il senso della frase. Un errore simile a quello commesso nuovamente quest’anno.
Anche i titoli dei temi del 2002 sono stati caratterizzati da alcuni errori. Vengono proposti ai candidati gli ultimi versi di Trieste di Umberto Saba risalenti alla prima stesura, che il poeta aveva poi deciso di eliminare riscrivendo buona parte della conclusione della sua opera. Nella medesima traccia, la poesia di Sbarbaro viene presentata con il titolo Liguria, mentre in realtà il poeta non titolava mai i suoi componimenti ed era dunque un falso.
L’anno precedente, nel 2001, nelle grinfie dello strafalcione da maturità ci finisce anche Eugen Berthold Friedrich Brecht. La frase tratta dalla Vita di Galileo: «Misi la mia sapienza a disposizione dei potenti» diviene inspiegabilmente «Misi la mia sapienza a disposizione dei sapienti», stravolgendo il senso.
1999, questa volta il problema è grafico e riguarda l’esame di matematica per i licei scientifici e così l’inizio della prova slitta in buona parte d’Italia di circa due ore. Anche nell’anno precedente, 1998, un grave errore nell’esame di matematica rende la vita difficile ai maturandi delle scuole magistrali. Il numero 900 diventa 9000, ma il ministero preferisce lasciar correre, invitando i commissari a tener conto dell’errore in sede di valutazione.
Pierbacco
Quei coglioni di professori che cadono in errori di questo genere dovrebbero essere sospesi da ogni attività didattica e impiegati a coltivare rape.
Pierbacco
luigi
Un’alternativa potrebbe essere quella di servirsi di tecnici careil loro mestiere da professionisti e non abborracciando.
luigi
luigi
vabbè! saltano mezze parole.Volevo dire servirsi di tecnici capaci di fare il loro mestiere a livello professionale e non come mestieranti.
luigi
stelladineve
Peccato che anche noi siamo preparati male. Se no, sarebbe stato bellissimo se qualcuno si fosse alzato a far notare ai commissari, ignoranti come il ministero, l’errore su Montale….
irenespagnuolo
Vero, stella di neve. Tra prof e studenti è aperta la gara per il premio all’ignoranza :))