Seguendo il vostro formidabile intuito, provate a indovinare: chi è uscito tronfio di casa rigorosamente a piedi appena in tempo per beccarsi il più grande nubifragio abbattutosi su Torino negli ultimi mesi? Presente!
Il problema si è presentato in tutta la sua drammaticità quando si è trattato di attraversare i giardini Lamarmora, che spezzano la rincorsa degli archi che corrono lungo la via. Ho così constatato come l’atteggiamento verso la forza incontrastabile di Giove Pluvio inneschi un pensiero (il)logico suddiviso in tre parti, come il migliore dei ragionamenti triadici Hegeliani.
- Rimozione: “Ma dai, non piove poi così tanto e poi ho il mio fido ombrello pieghevole. Basta fare attenzione alle pozzanghere ed è fatta. Sì, piove un poco di stravento, ma modulando opportunamente l’inclinazione dell’ombrello posso farcela in scioltezza. Vado!”
- Consapevolezza: “Cacchio, sono completamente fradicio. Potevo starmene tranquillo sotto i portici a osservare per ore le vetrine dei negozi e invece eccomi qua: l’Indiana Jones metropolitano dei poveri contro i monsoni subalpini.”
- Accettazione: “Beh dai, poteva andare peggio. A parte l’equivalente di due lattine di coca-cola di acqua nei piedi non sono poi così zuppo. E pazienza se i jeans impregnati d’acqua rendono le gambe pesanti quanto quelle della Sora Lella buonanima.
Tornando fradicio verso casa, mentre ormai stava spiovendo, ho tratto numerosi insegnamenti dalla mia pluviomachia:
- dopo aver girato “Cantando sotto la pioggia”,
Fred AstaireGene Kelly è sicuramente morto sul colpo di polmonite; - la quantità di pioggia è inversamente proporzionale alla grandezza del tuo ombrello;
- gli ombrelli pieghevoli sono appositamente studiati per rompersi nel bel mezzo della tempesta, lungo il mio tragitto ne ho contati almeno sette caduti per l’umida causa;
- quando uscendo di casa ti consigliano di prendere un ombrello più grande è buona norma seguire pedissequamente il consiglio;
- gli autisti degli autobus provano un gusto sadico nel centrare tutte le pozzanghere con i loro automezzi, specialmente se in prossimità di un marciapiede;
- quando c’è un nubifragio correre o camminare cambia poco, il destino è comune per tutti: inzaccherarsi;
- gli ambulanti sono degli ottimi meteorologi, un’ora prima che inizi a piovere sono già pronti a venderti i loro sgangherati ombrelli, ed è un ottimo motivo per non approvare il reato di clandestinità, qualcuno dotato di un minimo di lungimiranza dovremo pur tenercelo.