Il 13 aprile del 1808 nasceva a Firenze Antonio Meucci, intelligente e intraprendente inventore che contribuì a ridurre le distanze tra le persone con la sua creazione più famosa: il telefono.
A distanza di due secoli, quell’invenzione fa ancora parlare di sé non solo per la sue straordinarie implicazioni successive nella vita pratica di miliardi di persone, ma anche per l’annosa diatriba sulla paternità del telefono, contesa tra Meucci e l’americano Bell.
Grazie a una monumentale ricerca, l’esperto Basilio Catania (che si aggira in queste notti sui canali Rai del network Nettuno con interessanti lezioni sulla questione) è riuscito nella non semplice impresa di riportare alla ribalta internazionale il problema dell’attribuzione dell’invenzione del telefono, giunta al Congresso degli Stati Uniti, ove una risoluzione ha riconosciuto il ruolo fondamentale di Meucci per la nascita del telefono.
Spiace che un italiano così importante per la storia delle telecomunicazioni sia pressoché ignorato dai media e dalle istituzioni in questi giorni particolari, in cui ricade il bicentenario della sua nascita. Per ricordare Antonio Meucci, l’Università di Firenze ha approntato un sito Web con le informazioni essenziali sul grande inventore e la sua geniale intuizione.
Con l’intento di riparare a un piccolo torto perpetrato agli italiani qualche settimana fa, anche Google dedica oggi il proprio logo ad Antonio Meucci, ma solamente nella versione italiana del motore di ricerca.
Per ricordare il pro-pro-pro-prozio di Internet (senza il telefono l’avventura della Rete sarebbe esistita chissà in quali altre forme) chi lo desidera può partecipare all’iniziativa che mi ha segnalato l’ottimo Alberto, scrivendo un breve post sull’argomento nella giornata di oggi sul proprio blog.
E con un poco di orgoglio, ricordate che in tutto il mondo quel caratteristico "driiiin" porta con sé la storia di una grande avventura, nata a Firenze due secoli fa.