«Ho provato, come i miei altri colleghi, a fotografare qualche reazione sia tra i supporter dei partiti vincenti sia tra i perdenti, ma per le strade di Roma pareva di essere nel profondo sud del Texas. L’unica cosa che mancava erano i cespugli di erba rotolanti come in un tipico Spaghetti Western. Ho visto innumerevoli campagne elettorali nel corso della mia carriera, ma questa finisce dritta nel novero delle più noiose.
Come ha notato un collega, a causa dell’economia stagnante questa era probabilmente un’elezione da perdere, e questo potrebbe spiegare l’assenza di festeggiamenti in pompa magna.»
Paradossalmente, la festa più grande l’avrebbero fatta i fotografi freelance, soddisfatti per la vittoria di Berlusconi. Non certo per precisi motivi politici, ma semplicemente perché il Cavaliere è una miniera d’oro per i fotoreporter. Spiega Chris Helgren:
«A prescindere dal fatto che uno lo supporti o meno, una cosa è certa come il sorgere del sole: Silvio Berlusconi fa vendere foto. I freelance mi dicono che i loro introiti aumentano considerevolmente durante le legislature di Berlusconi, ora è alla sua terza, perché fa notizia. Il grigio primo ministro uscente, Romano Prodi, non è mai riuscito a creare il medesimo interesse editoriale come il suo predecessore. Ora, nonostante l’economia italiana sia in un momento di crisi, almeno alcuni dei miei colleghi potranno trarre qualche beneficio.»
In effetti tra corna, finti svenimenti, bandane, canzoni, gesti internazionali, cappelli curiosi e ricrescite miracolose.