«In Sudamerica il condono fiscale si fa dopo il golpe; in Italia prima delle elezioni; ma invertendo i fattori il prodotto non cambia: il condono fiscale è comunque una forma di prelievo fuori legge» [Corriere della Sera, 25 settembre 1991]
«Mancano quindici giorni alla data di scadenza del condono fiscale, ma ancora manca la necessaria circolare esplicativa. Dunque, da un lato lo Stato sacrifica i principi della giustizia per avere gettito, dall’altro lato fa di tutto per non averlo o per averlo in ritardo con conseguente fortissimo incremento degli oneri finanziari a suo carico.» [Corriere della Sera, 6 maggio 1992]
«L’anno scorso il fisco ha incamerato molte “una tantum”. Non le può ripetere: se ci provasse ancora sarebbero “una pocum” e non “una tantum”. Cio che si sta tentando è piuttosto di spacciare come sgravio un aggravio impossibile. Non ci può essere ogni anno un condono, ogni anno una rivalutazione obbligatoria.» [Corriere della Sera, 22 luglio 1993]
Tre articoli scritti da Giulio Tremonti, il ministro dell’economia in pectore.
Quando arrivò al governo nel 2001, Tremonti fece un intervento fiume di cinque minuti al TG1 mostrando tabelle e grafici sul famigerato “buco di bilancio” lasciato dalla sinistra. In quell’occasione promise il pareggio di bilancio entro il 2003, pena le sue dimissioni dal ministero. L’obiettivo non fu centrato, ma Tremonti non se ne andò. Due anni dopo la Commissione Europea ci guardava in cagnesco per deficit eccessivo, poi arrivò Siniscalco.
Il Tremonti del nuovo governo Berlusconi sarà come quello dei primi anni Novanta, categoricamente contrario a qualsiasi forma di condono, o il creativo ministro del 2001 – 2006? C’è solo un modo per scoprirlo, glip.
Pim
Soma bin ciapà…
duhangst
siamo in due ad essere inquietati.
luigi
>Più che essere inquieti c’è da farsi venire i capelli diritti in anticipo. I precedenti sono: spesa pubblica alle stelle, cartolarizzazioni per gli amici, condoni, conti pubblici truccati, privatizzazini bloccate, liberalizzazioni ignorate. Risparmio il resto.ma a tutto, per il prossimo incarico, agiungerà il protezionismo in un paese che di tutto ha bisogno meno che ulteriori chiusure.
luigi