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Treno 8017 – Morti 600

«Era una serata piovigginosa, il treno ad un certo punto iniziò ad arrampicarsi su per la montagna, e di conseguenza la velocità andava diminuendo. Iniziò a nevicare. Arrivati sotto una galleria il treno sbuffava sempre di più cercando di vincere la pendenza. La produzione del vapore andava aumentando e il fumo invase i vagoni. Allarmato da ciò dissi a mia madre ed agli altri di mettersi un fazzoletto davanti alla bocca, ma questo mio consiglio arrivò tardi, mi accasciai sugli altri e qui finisce il mio ricordo di quel momento tragico.
Alcuni giorni dopo mi svegliai nell’Ospedale di Potenza, al momento non ricordavo nulla. Domandai ai vicini di letto se ero stato ferito in guerra; qualcuno mi rispose che mi trovavo sul treno rimasto sotto una galleria, e dove erano morti 600 passeggeri.»

Matteo Federico

 

Il 3 marzo di 64 anni fa, 600 persone morirono nell’incidente ferroviario più grave mai avvenuto in Italia. L’ormai dimenticata vicenda del treno 8017 avvenne poco dopo la mezzanotte, nel tratto ferroviario che congiunge la stazione di Balvano a quella di Bella-Muro in Basilicata.

Avvenne nella Galleria delle Armi, uno stretto tunnel lungo quasi due chilometri per una pendenza media di 16 gradi. A causa dell’inclinazione del tracciato e del carico eccessivo, il convoglio rimase bloccato all’interno della galleria. Nel tentativo di smuoverlo, i macchinisti delle due locomotive a vapore cercarono di raggiungere la massima potenza aumentando la temperatura delle caldaie. In pochi minuti si sviluppò una densa nube di monossido di carbonio che, incapace di disperdersi nel tunnel, fece presto perdere i sensi ai macchinisti. Nei minuti seguenti, l’intera galleria fu saturata dal fumo, che asfissiò le centinaia di passeggeri che riposavano all’interno del convoglio. Furono necessarie quasi otto ore per disincagliare il treno ormai pieno di cadaveri.

La galleria causò la morte di circa 600 passeggeri, che morirono soffocati dai veleni sviluppati dalle due locomotive. I cadaveri furono ammassati sulla banchina della stazione di Balvano. Buona parte dei corpi, resi ormai irriconoscibili, furono seppelliti in tre fosse comuni nel cimitero del paesino. Senza funerali.

Nonostante la tragedia del treno 8017 sia stato uno dei più gravi incidenti ferroviari europei, persiste sulla vicenda una sorta di damnatio memoriae, che ha reso la storia praticamente misconosciuta. Il sito Trenidicarta ha svolto un’opera encomiabile, raccogliendo numerosi documenti sui tristi accadimenti di quell’ormai lontano 3 marzo 1944.