A Windsor quella sera c’era il banchetto ufficiale, e mentre il presidente francese si affiancava a Sua Maestà la famiglia reale si schierò alle loro spalle, e la processione si avviò lentamente verso la sala Waterloo.
«Adesso che possiamo parlare a quattrocchi,» disse la regina sorridendo a destra e a sinistra mentre avanzavano fra gli ospiti sfolgoranti «vorremmo tanto chiederle la sua opinione sullo scrittore Jean Genet».
«Ah» disse il presidente. «Oui».
La Marsigliese e l’inno nazionale li costrinsero a interrompersi, ma una volta seduti Sua Maestà riprese da dove era rimasta.
«Omosessuale e avanzo di galera… ma era davvero come l’hanno dipinto? E il suo talento» e sollevò il cucchiaio da consommé «era davvero così straordinario?».
Non essendo stato ragguagliato sul glabro drammaturgo e romanziere, il presidente si guardò attorno stravolto in cerca del ministro della Cultura. Ma costei era immersa in conversari con l’arcivescovo di Canterbury. […] Lo attendeva una lunga serata.
Nulla è più come prima alla corte di Sua Maestà da quando la regina ha scoperto un nuovo incredibile e affascinante passatempo: la lettura. Tutta colpa della biblioteca mobile di Windsor e di un curioso ometto effeminato, uno sguattero delle cucine del castello, che per puro caso diventa il paggio "letterario" ufficiale di Elisabetta II d’Inghilterra.
Stupito e inquieto, il mondo di Corte assiste alla progressiva trasformazione della sua monarca. Da donna estremamente riservata e distaccata, per etichetta, dai cortigiani, diviene improvvisamente umana. Elisabetta è vittima di un vero e proprio travaso di genuina, semplice e pura umanità dagli autori che legge con crescente avidità. Inizia così a tardare alle cerimonie ufficiali, a leggere di nascosto sul cocchio reale mentre saluta i sudditi. Un nuovo corso che porterà in breve tempo la Regina a prendere una delle decisioni più importanti della sua vita…
Con una prosa semplice e densa di sottile senso dello humour, Alan Bennett ci guida nelle stanze segrete dei palazzi reali d’Inghilterra, là dove la Regina vive e amministra il proprio potere. Scopriamo così una donna fragile ed estremamente sola. Un animale in una gabbia dorata, ma pur sempre prigioniera e sequestrata a una vita normale, in special modo nelle relazioni con il prossimo. Una condizione costante per la sovrana, vissuta con sincero spirito del dovere e abnegazione per il proprio ruolo, senza particolari difficoltà, almeno fino alla scoperta della lettura.
La sovrana lettrice è un romanzo breve estremamente delicato, un affresco moderno e contemporaneo di una istituzione, anzi di un ruolo, ormai fuori dal tempo: una scheggia di antichità. Quella istituzione si chiama Elisabetta II, la Regina nelle mani di Dio che si è innamorata della lettura.
Quando arrivarono a palazzo, la regina interpellò Grant, un giovane valletto che aveva seguito la parata, e venne a sapere che mentre Sua Maestà era alla Camera dei Lord la sicurezza aveva confiscato il libro. Grant riteneva che l’avessero fatto esplodere.
«Esplodere?» disse la regina. «Ma era Anita Brookner!».
Il giovane, decisamente poco ossequioso, disse che magari la sicurezza l’aveva scambiato per un ordigno.
E la regina: «Ma certamente. Perché lo è. Un libro è un ordigno per infiammare l’immaginazione».
«Si, Maestà» fece l’altro.
Era come se parlasse con sua nonna, e ancora una volta la regina dovette prendere atto dell’ostilità che sembravano suscitare le sue letture.
Julo d.
Libro bellissimo, godibilissimo. Ma penso che il messaggio è anche un altro: il potere devastante della lettura. Un libro non ti lascia mai come prima.
Pace e benedizione
Pierbacco
Bravo, una bella recensione. Pierbacco
bourbaki
ho sempre pensato che Q2 dovesse essere una persona interessante:)