Il candidato repubblicano John McCain si appresta a una probabile vittoria, ma la maggioranza ottenuta con il 51% dei delegati non potrebbe essere sufficiente per diventare il candidato alla Casa Bianca. Più incerto l’esito tra i democratici: negli ultimi giorni HIllary Clinton e Barack Obama hanno speso milioni di dollari per una campagna senza precedenti per la fase delle primarie, per ritrovarsi ancora una volta in quasi completa parità. Hillary ha conquistato le aree con più delegati – California e New York – ma nel complesso si è imposta in appena 8 stati a fronte dei 13 in cui si è imposto Obama.
Ora tocca alle prossime primarie, in stati come Virgina, Maryland e l’area della capitale Washington DC. La battaglia è ancora molto aperta per Obama e Hillary, e il primo potrebbe essere avvantaggiato. La pensa così David Gergen, esperto di campagne elettorali: «Per quanto riguarda i Democratici, la mia sensazione è che assisteremo a due, tre settimane in cui Obama potrà essere favorito. C’è la percezione che più lunga sarà la sfida, più sarà favorito lo sfidante, quindi Barack Obama. Per la prima volta, potrebbe addirittura accadere che né Hillary Clinton né Obama giungano alla convention con voti sufficienti per la vittoria».
Se così fosse, la convention potrebbe esprimere una preferenza “zoppa” per uno dei due candidati, che ne uscirebbe logoro e svantaggiato per la successiva sfida con il candidato repubblicano. Non è del resto un caso se l’estrema incertezza su Hillary e Obama piace così tanto ai conservatori, che potrebbero trarre solo vantaggi da una sfida all’ultimo voto tra i loro oppositori.
Intanto, Hillary lancia messaggi chiari e cubitali dal suo sito, sottolineando i successi della mezza vittoria conquistata durante le primarie del Super Martedì. Obama non è certo da meno, il titolo: “Obama wins super tuesday”. Laconico John McCain, il candidato repubblicano affida a un “John McCain Wins” il suo messaggio.