Barack Obama, il primo candidato afroamericano alla Casa Bianca è stato invitato alla trasmissione televisiva di David Letterman. Ha letto personalmente la “Top 10”, la classifica dell’assurdo della trasmissione. L’argomento in questo caso era “Le dieci promesse della campagna elettorale di Barack Obama”.
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10-
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Per mantenere equilibrato il bilancio, affitterò la “Situation room” per le feste di compleanno di chi diventa maggiorenne..
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9 –
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Raddoppierò il gettito fiscale giocandomelo a dadi al casinò.
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8 –
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Nominare Mitt Romney all’ufficio del “Quanto sono bello”.
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7 –
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Se porterete un alligatore alla Casa Bianca, io lo sottometterò…
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6 –
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Metterò Regis (Philbin storico presentatore TV) sulle monete da cinque centesimi.
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5 –
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Cambierò il nome del decimo mese dell’anno in Barack-tober.
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4 –
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Non consentirò ad Apple di rilasciare un nuovo e migliorato iPod all’indomani del giorno in cui hai comprato il modello precedente.
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3 –
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Troverò qualche soldo nel bilancio per comprare a Letterman un parrucchino decente.
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2 –
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Pronunciare la parola “nucleare”, “nucleare” (…e non “nuculare” come è solito dire George W. Bush).
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1 –
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Tre parole: vice presidente Oprah!
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Bravo, Anecòico. Hai fatto bene a riproporre la Top 10! Perché non ne scrivi una apocrifa ponendola in bocca a uno dei nostri gentiluomini? Pierbacco
OT
Emanuele,
Journal Intime è colpito dagli hacker! La connessione è impossibile. Hai idea di come uscirne?
Ciao, grazie
dragor (journal intime)
meno male che ci sono i comici! si tratta di ridere per non piangere! 🙂
Letterman è un grande, lo seguo spesso e le sue top ten mettono in mutande tutta la satira italiana… quando sul mio blog faccio post come “10 motivi per etc.” o “10 modi per etc” mi ispiro chiaramente a lui!
E grande anche Obama..
E’ tipico delle mezze seghe prendersi sempre sul serio ed avere il costante atteggiamento solenne di chi sta pronunciando incliti discorsi e non le consuete idiozie.
luigi
Sí spesso mancano di autoronia, ma credo che piú che da supponenza dipenda dalla coda di paglia che si portano appresso.
Il sense of humour che ha sfoderato Obama lo rende degno di un voto “a prescindere” (come direbbe Totò).