Prontuario di sopravvivenza natalizia.
Regali
Se si tratta di una sorpresa, e non di un regalo “telefonato”, nove volte su dieci si tratterà di un gingillo prendipolvere e vi verrà da domandarvi all’istante: «Che me ne faccio?». Cercate di mascherare questo quesito ontologico con un bel sorriso, non troppo forzato, ma attenzione agli occhi: evitate di spalancarli troppo, altrimenti la vostra messa in scena andrà a farsi benedire.
Lasciate perdere le solite frasi fatte: «Ma non ti dovevi disturbare!», «Grazie, non era il caso però!», «Miiii, non me lo sarei mai aspettato!». Un genuino e semplice «Grazie!» andrà benone.
Parenti
– “Ciao! Ti trovo benissimo…” Quasi sempre la risposta prevede una giaculatoria di mezz’ora sugli acciacchi del parente appena salutato.
– “Ehi! Ma ti trovo dimagrita/o!” Questa frase sottintende un “Certo che lo scorso anno eri proprio un/una trippone/a inguardabile”.
– “Ciao, ma quanto tempo!” Così rischiate di darvi la zappa sui piedi: al parente che poco sopportate e non vedete da un anno potrebbe balenare in testa l’idea di invitarvi a casa sua dopo le feste.
Evitate il “Salve!”, anche se alcune persone le avete sentite sempre e solo nominare per fama, sono pur sempre vostre parenti. Sforzatevi di dire sempre “Ciao” sia al pupetto che vi ha appena dato un calcione sugli stinchi sia alla vecchia carampana che brontola per la temperatura in casa.
Quando possibile, preferite un abbraccio rapido alla semplice stretta di mano e non chiacchierate a braccia conserte: denota la volontà di non instaurare un rapporto paritario con il vostro interlocutore. È pur sempre Natale.
Pranzi / Cene
Per scongiurare l’effetto abbuffata senza frontiere, se siete voi i padroni di casa, presentate i piatti con relativa calma. Ci sono già 200 pause pranzo all’anno in cui mangiare di fretta, almeno a Natale potete fare le cose con calma.
Se a metà pranzo iniziate ad avvertire un lieve formicolio al braccio sinistro e una fittarella al petto, è forse il caso di sospendere la libagione.
Buone Feste, gente!