I ragni non sono insetti. Proprio così, potranno anche farvi schifo, ma non appartengono alla famiglia degli insetti. Appartengono alla classe degli aracnidi, che a sua volta appartiene al gruppo degli artropodi, di cui fanno parte anche i crostacei. Fortunatamente di ragni con le chele non si ha notizia. Brr…
Fino a oggi sono state catalogate oltre 40.000 specie differenti di araneae (gruppo cui appartengono i ragni), appartenenti a 111 diverse famiglie. Mettetevi il cuore in pace, le probabilità che le incontriate tutte in una vita sono molto basse. L’apparato buccale, ok… La bocca del ragno non è in grado di masticare, in molti casi la tela tessuta serve a predigerire la preda prima di essere ingoiata.
Lo sterminato numero di specie testimonia quanto i ragni si siano differenziati, adattandosi agli ambienti in cui si sono trovati a vivere. Identificarli non è quindi sempre facile. Aguzzate la vista, perché le specie più piccole misurano appena mezzo millimetro. Se vi manca qualche diottria non disperate, il ragno più grande a oggi conosciuto misura la bellezza di 30 cm da zampa a zampa, si chiama Patu Marplesi e vive in Oceania.
Camminando in un bosco quante volte vi è capitato di ritrovarvi la faccia avviluppata in un sottile strato di setosa tela di ragno? Ebbene, sappiate che meno della metà delle specie conosciute di ragni caccia utilizzando una rete. Molti ragni prediligono una tecnica Zen. Restano immobili e mimetizzati fino a quando non identificano una succosa preda e… Zac! La mordono iniettando un veleno molto concentrato in grado di paralizzare all’istante il malcapitato boccone.
Ora penserete: ecco lo sapevo, quelli mi mordono e muoio! Non funziona esattamente così. Tecnicamente quasi tutti i ragni sono in grado di morderci, le loro minuscole mascelle hanno una sorprendente potenza, ma pochissime specie possono rivelarsi letali per l’uomo. Molti sostengono che per capire se si è stati punti da un ragno basta osservare i segni sulla pelle. Due fori, uno per mascella, sarebbero la prova inoppugnabile dell’avvenuta libagione sul nostro corpo. In parte è vero, ma solo se siete stati morsi da una tarantola o da un ragno molto grosso. Per tutte le altre migliaia di specie di ragno sarà impossibile identificare i due forellini sulla pelle per una semplice ragione: le due mascelle distano tra loro pochissime frazioni di millimetro.
Un numero molto ristretto di ragni utilizza un particolare veleno che può causare qualche reazione allergica nel nostro organismo. Si tratta comunque di effetti molto circoscritti e limitati, di gran lunga meno pericolosi della puntura di un’ape o di una vespa. Solo lo 0,05% dei ragni può causare reazioni gravi nel nostro organismo come forte febbre, vomito, vertigine e, in rarissimi casi, la morte. Rischiate molto di più scendendo le scale di casa…
Già, ma la tarantola? Ok, parliamone. Chiamato così solo nell’Europa mediterranea, la tarantola è in realtà un “Ragno Lupo”, per l’evidente pelosità del suo esoscheletro. A creare una pessima fama alla tarantola ci hanno pensato decine e decine di film. Da James Bond a Indiana Jones non c’è eroe di celluloide che non abbia dovuto fronteggiare almeno una volta il temibile ragno lupo. Balle! A oggi si conoscono quasi 800 specie differenti di tarantola e il veleno di nessuna di esse è in grado di uccidere un uomo. Incredibilmente, rischiate molto di più accarezzando un cane con le zecche.
Nessun ragno può essere definito letale per l’uomo. In Australia, patria di alcune specie di ragni più “pericolosi”, l’ultima morte riconducibile al veleno di un ragno è stata registrata nel 1979. L’Atrax Robustus è indicato come il ragno più pericoloso esistente al mondo. Dal 1927 al 1979 ha causato la morte di 13 persone, ma con l’introduzione dell’antidoto al suo veleno, dal 1980 a oggi non sono state più registrate morti riconducibili a questo simpatico untore. Solo in un caso su dieci è comunque necessario utilizzare l’antidoto. Sarà anche un serial killer, ma fortunatamente fa spesso cilecca.
Non si hanno prove certe sulla longevità dei ragni, ma si stima che in media vivano un paio di anni. La tarantola, se non viene spiaccicata, raggiunge anche i 20 anni di età. Alcune specie preferiscono al chirurgo plastico qualcosa di più radicale e, come i serpenti, sono in grado di cambiare pelle almeno una volta in tutta la loro vita. Non ditelo ai liftati!
Se proprio volete farvi mordere da un ragno non aspettate l’autunno. In quel periodo dell’anno sono forniti di maggiori quantità di veleno. Ciliegina sulla torta: le api uccidono con una frequenza 20 volte superiore a quella dei ragni. Ma almeno fanno il miele.