Molti politici hanno indossato la maschera del nonnino buono dispensa consigli, interpretando una serie di spot radiofonici sulla sicurezza stradale. La campagna è a cura del Governo e del Ministero dei Trasporti, ministri e politici hanno partecipato – bontà loro – senza ricevere compenso.
Il claim della campagna è semplice: “Sulla strada rispetta gli altri, rispetta te stesso”. In un breve messaggio di una ventina di secondi, ogni politico ricorda di usare molta prudenza sulla strada. Ma, così come succede nella stesura dei programmi elettorali, anche in questo caso un elemento fondamentale latita vistosamente: il come.
“Vai piano”, “Pensa a chi a casa ti aspetta”, “Rallenta” fanno leva sul buon senso di ognuno di noi, ma ci sono consigli molto più efficaci, come: allacciare sempre le cinture, mantenere la distanza di sicurezza, rispettare la segnalatica, osservare i limiti di velocità, ricordarsi che in caso di pioggia lo spazio per arrestare il veicolo raddoppia e in alcuni casi triplica.
Qualche esempio dei consigli dei politici (trovate i messaggi nel filmato proposto al termine del post).
Fausto Bertinotti per il suo messaggio ha scelto un’impostazione molto istituzionale: ci ricorda che “la sicurezza stradale è un bene di tutti”. Direi del popolo, tovarich!
Prendendo spunto dalle liberalizzazioni che sta cercando di attuare, Pierluigi Bersani ci ricorda che “liberalizzazione non vuol mica dire fare il comodo proprio” per poi passare – con un’associazione mentale da funambolo – all’importanza della sicurezza stradale.
Da ministro della famiglia, Rosy Bindi prende spunto dalle targhette che andavano tanto di moda nei Settanta sui cruscotti delle automobili: “la tua famiglia di aspetta”. Amen.
Emma Bonino ci ricorda che in Europa sono sempre più bravi di noi, anche in tema di sicurezza stradale.
Gianfranco Fini la prende un po’ più alla larga, ricordando a chi lo ascolta che Alleanza Nazionale è per il bipolarismo.
Massimo D’Alema dice serio che “la vita è un bene prezioso”.
Fabio Mussi, ministro per l’Università, cita Milan Kundera, che per il “patentato medio” è più un nome da giocatore di calcio che da scrittore. La citazione è comunque efficace.
Pecoraro Scanio la butta sul pacifismo “quella contro gli incidenti stradali è l’unica guerra che dobbiamo combattere”. Naturalmente “senza se e senza ma”.
Fioroni si rivolge agli studenti della scuola italiana. Il messaggio è un po’ stucchevole, ma almeno è l’unico che si ricorda di citare casco e cinture di sicurezza. 7+!
Mentre Mastella parte dalla pena di morte per il suo volo pindarico sulla sicurezza stradale, Giulio Tremonti ricorda che le morti sulla strada sono “una tassa sulla vita che dobbiamo abolire subito”. Niente condoni.
Antonio Di Pietro offre ai suoi fan tutto il suo repertorio dal “che c’azzecca” al trito “in galera!”.