Uno dei primissimi spot televisivi in Italia per un farmaco fu quello del Confetto Falqui, andato in onda a partire dal 1959 con l’attore Tino Scotti. Nato nel 1885, milanese, Scotti aveva iniziato la sua lunga carriera nel teatro con gli spettacoli di varietà e le riviste. Straordinario caratterista, aveva inventato personaggi entrati nella storia dell’avanspettacolo come il “Cavaliere” e il “Bauscia”, sgangherate maschere per raccontare le contraddizioni dell’Italia tra le due guerre.
Dopo un paio di film di discreto successo, nei primi anni Cinquanta Scotti inizia a lavorare con i grandi nomi del teatro italiano. Da simpatico e ruspante caratterista di un tempo, Tino Scotti matura diventato un ottimo attore impegnato. Nel 1959 accetta la proposta per recitare in alcuni spot di Carosello. Nasce “Basta la parola”, una serie di pubblicità in cui Scotti ritrova la comicità e lo spirito dei primi anni di teatro. In ogni episodio l’attore cerca di spiegare significato ed etimologia delle parole difficili, finendo regolarmente per impappinarsi e confondersi. Soltanto la frase “Succede sempre così con una parola poco usata ma quando si dice Falqui: basta la parola!” riporta pace nello scompiglio linguistico creato da Scotti.