Shosholoza è il primo team al mondo a rappresentare l’Africa nella sfida per la Coppa delle cento ghinee. Battente bandiera Sudafricana, l’imbarcazione è guidata da Salvatore Sarno, che guida un’agguerritissima squadra italo-africana. Dopo un buon debutto, Shosholoza ha dovuto cedere alla maestria e alla tecnica, nonché alle maggiori risorse economiche, degli altri team come Oracle, Luna Rossa e New Zealand, conquistando però le simpatie di migliaia di estimatori in tutto il mondo. Ma non sono solamente le gesta agonistiche a far parlare del team capitanato da Sarno.
Nel 2002 il capitano di Shosholoza avvia, con Koos Louw (Comandante della Simonstown Naval Base), l’ambizioso progetto Izivunguvungu per il recupero dei ragazzi di strada sudafricani attraverso la promozione dei principi agonistici e di pace della vela moderna. Grazie al contributo di numerosi sponsor, viene fondata un’apposita accademica interamente dedicata all’insegnamento della navigazione e del profondo rispetto per il prossimo e per la natura.
Con questa geniale iniziativa, in meno di cinque anni sono stati salvati dalla strada e recuperati migliaia di ragazzini, strappati alla delinquenza e avvicinati al mondo del sano agonismo. Alcuni di loro partecipano regolarmente alle decine di regate che si disputano intorno alle ventosa penisola sudafricana.
All’Accademia di Izivunguvungu è stata affiancata una nuova scuola per ricercare, tra le centinaia di nuovi giovani marinai, i futuri membri del team ufficiale di Shosholoza. Tre di loro hanno già avuto il grandissimo privilegio di entrare a far parte della squadra, partecipando ai Round Robin 1 e 2, ancora in corso nei mari poco ventosi di Valencia. Così, sulla prua della barca del Continente Nero, si prova una certa emozione nel vedere il giovane prodiere Golden Mgedeza, di appena 25 anni, guidare con sicurezza la sua imbarcazione all’ingaggio con l’avversario.