“Avevo dodici anni la prima volta che camminai sulle acque. A insegnarmi il trucco fu l’uomo vestito di nero e non sarebbe da me far finta di aver imparato nel giro di una notte. Maestro Yehudi, che mi aveva trovato quando di anni ne avevo solo nove, ero orfano e vagavo per le strade di Saint Louis mendicando spiccioli, mi aveva addestrato per tre anni di seguito prima di lasciarmi esibire i miei numeri in pubblico. Correva il 1927, l’anno di Baby Ruth e di Charles Lindberg, proprio l’anno in cui la notte cominciò a calare sul mondo una volta per tutte. Tenni duro fino a pochi giorni prima del crollo di ottobre, e quel che facevo era più strabiliante di qualunque fantastica impresa dei due galantuomini appena nominati. Vale a dire, ciò che nessun americano aveva fatto prima e ciò che da allora nessuno più ha fatto.”
Inizia così l’avventura di Walt, il ragazzino destinato a diventare il più grande prodigio che l’America abbia mai conosciuto. Il piccolo orfano ha un dono e Maestro Yehudi, che lo salva dalle strade di St. Louis, lo sa molto bene. In pochi anni di durissimo addestramento, fitto fitto di prove di resistenza e test psicologici, il “maestro venuto da lontano” aiuta Walt a liberare le sue potenzialità. Così, in una fredda giornata d’inverno il nostro piccolo eroe si alza di qualche centimetro da terra e, a metà della sua strabiliante levitazione, si rende conto di poter volare. Senza trucchi, senza fili. Semplicemente concentrandosi, riempiendo il proprio sé di un unico elemento: il vuoto.
Grazie al suo racconto autobiografico, ripercorriamo l’incredibile vita di “Walt, il bambino prodigio”, dalle lunghe fasi dell’addestramento nel profondo Sud degli States, ancora razzista e scosso dalle scorribande del Ku Klux Klan, ai primi grandi successi nelle piccole cittadine della provincia americana. Il racconto di Walt è sempre lucido, mai banale o scontato, pervaso da una intima fanciullezza che sembra non abbandonare mai questo Peter Pan dei tempi moderni. Ma qualcosa nell’idilliaca carriera del Bambino prodigio è destinato ad andare storto.
Dalle luci della ribalta il nostro piccolo grande eroe si ritrova immerso in un meccanismo circolare destinato a riportalo nella fosca polvere di St. Louis. Qualcosa rende Walt, il bambino che vola, un comune “Mr Vertigo” cui i voli vertiginosi sono ormai preclusi. Per sempre.
A Walt non resta che tornare a terra per iniziare una nuova vita, ma i retaggi della sua carriera lanciano scure ombre sul suo futuro. Per chi è stato un prodigio non è affatto semplice tornare a vivere una vita comune.
Imparate a volare.
“Con estrema lentezza, sentii che il mio corpo si sollevava da terra. Il movimento era così naturale, talmente perfetto nella sua dolcezza che solo quando aprii gli occhi mi resi conto che le mie membra stavano galleggiando nell’aria. Non mi trovavo a una grande altezza, un paio di pollici appena, ma me ne stavo sospeso così, senza il minimo sforzo, come una luna appesa nel cielo notturno, immobile, e conscio soltanto del mio respiro.”