La missione fu un successo e, dopo due giorni nel cosmo, l’orbiter atterrò nei pressi del lago Rogers in California, tra la curiosità e l’ammirazione dei tanti americani ancora appassionati di voli spaziali.
Il successo non fu solo scientifico, ma anche politico. La messa a punto di queste nuove tecnologie da parte degli Stati Uniti non fu un colpo da poco per l’URSS. Nessuno avrebbe immaginato che, qualche anno dopo, proprio uno Shuttle americano avrebbe attraccato alla MIR, la stazione orbitale russa, portando a bordo cibo, acqua e ossigeno per gli astronauti sovietici.
In 26 anni di storia, sugli shuttle Atlantis, Challenger, Columbia, Discovery ed Endeavour sono stati eseguiti ben 117 voli, pari a più di mille giorni in orbita vissuti da circa 700 membri dei diversi equipaggi. Un numero sufficiente per rendere normale routine un viaggio nel cosmo. O almeno così sembrerebbe. Quanti bambini avete ancora sentito dire: “da grande voglio fare l’astronauta”?