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Web 2.0 salva vita

Vi siete mai chiesti cosa di buono potrebbe fare una community online? Da mesi ci si interroga sull’utilità di Second Life, il mega portale per costruirsi una seconda esistenza completamente virtuale, e sulle possibili ricadute negative sulla società. Probabilmente si tratta di allarmismi privi di vero fondamento, i criminali e i deviati esistono nel mondo reale quanto in quello cybernetico.
Tuttavia, Shneiderman e Preece il problema se lo sono posti eccome. I due docenti dell’università del Maryland (USA) hanno così proposto la creazione di una particolare comunità virtuale che, in caso di catastrofe naturale o attacco terroristico, sia in grado di contribuire alla macchina organizzativa dei soccorsi.

I due studiosi sono partiti dall’idea semplice e geniale di Wikipedia, l’enciclopedia libera del Web, risultata tre volte più affidabile dell’Enciclopedia Britannica. Nei progetti di Shneiderman e Preece, i novelli discepoli di Diderot potrebbero applicare la filosofia “wiki” in una serie di servizi di social working online.
Il sito web, che potrebbe chiamarsi 911.gov (il numero telefonico unico per le emergenze negli USA), verrebbe affiancato ai tradizionali canali per gestire le emergenze. «Gli iscritti alla comunità potranno usare i computer collegati alla rete, i palmari e i cellulari per dare e ricevere messaggi di testo, foto o video», spiegano i due ricercatori sulle pagine della rivista Science.

Lo scambio di informazioni tra cittadini, in una bacheca virtuale, potrebbe ridurre sensibilmente il numero di chiamate “a vuoto” ai call center del 911, consentendo a chi organizza i soccorsi di ottimizzare gli interventi sul campo. Resta da capire quanto in una situazione di grande emergenza, terremoti, uragani, cicloni, questa comunità spontanea di mutuo soccorso potrebbe resistere. Ma Shneiderman e Preece si dicono molto ottimisti. Come è successo con Wikipedia, il servizio sarebbe destinato a una rapida crescita non solo quantitativa, ma anche qualitativa.