Il paffuto bucaniere naviga per i sette mari con una sgangherata ciurma, alla perenne ricerca di fantomatici bottini e tesori. Fino dal primo episodio sono chiari gli elementi per un sicuro successo. La trama dei racconti, molto fantasiosi e divertenti, segue uno schema fisso e ripetitivo che, senza annoiare, porta il pubblico a identificare facilmente il prodotto pubblicizzato.
Immancabile anche in questo caso il tormentone, elemento centrale di Carosello. In ogni puntata Salomone raffredda gli animi della ciurma con il suo famoso “Porta pasiensa”, frase magica che salva il prigioniero di turno da una tortura “per farlo parlare”. L’astuto Pirata pacioccone sa bene che per “sciogliergli la lingua” occorre un prodotto Fabbri (sciroppi, amarene…).
L’episodio che segue è una rarità della prima serie, datata 1965, e dedicato al Festival del Cinema di Venezia. In coda allo sketch trovate tutti i credits, doppiatori compresi. Buon divertimento!
Negli anni Settanta, viene anche prodotta una serie di “Salomone, pirata pacioccone” non a disegni animati, ma con personaggi creati con la plastilina dal genio creativo di Francesco Misseri, maestro nella difficilissima tecnica della animazione in stop-motion.